«Non ho dubbi: per quanto dimostrato e fatto vedere sinora sono certo che questo Napoli possa recitare un ruolo da protagonista anche in Europa. Le corazzate internazionali farebbero bene a preoccuparsi degli azzurri. Penso che molti top club oggi abbiano più paura del Napoli che di tante altre squadre. Da allenatore preferirei affrontare il PSG piuttosto che il Napoli. La squadra di Spalletti è imprevedibile e va a mille, molto più complicata da fermare dei francesi». Parola di Ottavio Bianchi, il primo tecnico a vincere uno scudetto sulla panchina del Napoli (stagione 1986/87) e l'unico a conquistare un trofeo internazionale alla guida della formazione campana (Coppa Uefa nel 1989).
Chi meglio di lui per capire e analizzare le prospettive in Champions League della dominatrice della Serie A.
Qual è il segreto della truppa di Spalletti?
«Il Napoli è una squadra senza punti deboli, che gioca un bel calcio con entusiasmo, determinazione e compattezza. Vivono un momento idilliaco: tra società, giocatori, allenatori si è creato un clima perfetto».
Chi l'ha impressionata in particolare tra gli azzurri?
«Un po' tutti. Sono molto solidi dietro, dove spicca Kim Min Jae, hanno un gran centrocampo e poi davanti quei due sono inarrestabili».
Focalizziamoci appunto sulla coppia d'oro. Osimhen-Kvaratskhelia. Il nigeriano le ricorda Careca?
«Come Antonio sente e vede la porta da ogni posizione. In questo momento Osimhen è dominante in Serie A e credo possa diventarlo anche in Champions».
Il georgiano è stato ribattezzato dai tifosi Kvaradona
«Le confesso che quando è arrivato in estate non lo conoscevo assolutamente. Hanno fatto un colpo incredibile. La società non ha sbagliato una mossa sul mercato, nonostante alcune scelte che sembravano impopolari e invece si sono rivelate lungimiranti».
Mai nella storia della Serie A c'era stato un distacco del genere (15 punti) tra la prima e la seconda a metà febbraio. Merito del Napoli o demerito delle altre?
«Stanno facendo un cammino straordinario. Il Napoli più di vincere e giocare bene cosa può fare? Non si possono mica dare agli azzurri 6 punti a partita. Le avversarie però sono in ambasce: dalle milanesi mi aspettavo di più, ma questo Napoli è inarrestabile e, nonostante il campionato post Mondiale sia storicamente atipico, i meriti degli azzurri vanno evidenziati».
Lei è stato l'unico allenatore a vincere una coppa internazionale alla guida del Napoli. Sul vostro cammino trovaste le tedesche (Bayern e Stoccarda): un buon segno che ci sia l'Eintracht agli ottavi
«Al di là dei corsi e ricorsi storici gli azzurri sono superiori. Questo Napoli non si preoccupa affatto delle squadre avversarie, sono le altre a doverlo temere: gli azzurri giocano a viso aperto contro tutti e non fanno sconti a nessuno. Ecco perché possono fare un bel cammino anche in Europa».
Inoltre con il campionato in pugno gli azzurri possono gestire le energie e preparare al meglio le sfide di Champions.
«Questo Napoli non lascia nulla per strada: gioca sempre con la stessa intensità sia contro la prima che l'ultima in classifica. È una squadra che non molla nulla e ha acquisto la mentalità vincente. Le dico di più».
Prego.
«Non si vede alcuna differenza quando Spalletti cambia 3-4 giocatori nell'undici titolare da una partita all'altra. Significa avere una rosa di altissimo livello, in cui tutti i calciatori giocano in funzione del compagni. La cosa che risalta di più è la coralità: vedi il Napoli e vedi una squadra che viaggia all'unisono. Tanto che se manca un titolare, chi entra al suo posto gioca bene uguale, a volte pure meglio. Nessuno si lamenta se va in panchina o viene sostituito. C'è grande unità e nessuna gelosia, di ciò va dato merito a Spalletti».
A proposito di allenatori: nei giorni scorsi Gasperini ha detto che il Napoli di oggi è molto più forte del suo, nonostante lei avesse un certo Maradona. Cosa risponde?
«Se l'ha detto Gasperini alzo le mani (sorride, ndr). Uno come Diego non si è più visto sui campi da calcio, ma è ingiusto fare paragoni tra epoche diverse. Ognuno è libero di avere la sua opinione».
Quindi sognare la Champions non è più vietato?
«Nessuno gioca come il Napoli in Europa: possono arrivare in fondo anche in coppa».
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