Il Napoli si sveglia dopo il diluvio

Genoa avanti, poi partita sospesa al 58' per pioggia. Al rientro, Ruiz e l'autogol di Biraschi

Il Napoli si sveglia dopo il diluvio

Il Napoli tiene la scia della Juventus restando in equilibrio sul fango di una partita difficile da governare per le condizioni del terreno e per l'opposizione del Genoa che cerca di uscire con un punto dalla tempesta che si abbatte su Genova e dalla tempesta perfetta di un calendario terribile. Nelle ultime cinque partite, compresa questa, ha affrontato, Udinese a parte, Juventus, Milan (nel recupero), Inter, Napoli e, dopo la sosta, è atteso dal derby. Come a Milano, due volte, anche con il Napoli niente punti e una sconfitta che arriva nel finale. Ma almeno il Napoli è un vecchio amico. L'asse regge dal 1982, dal famoso gol di Mario Faccenda che salvò il Grifo e spedì il Milan in serie B. Juric aveva cominciato bene, strappando un punto (l'unico perso finora) a Madama. Poi il pari con l'Udinese. Fine. Tenta di mettere a posto la manovra difensiva, l'allenatore ripescato sistema l'ultimo arrivato Veloso davanti alla difesa. Niente da fare. Ancelotti non fa turnover e vince con le riserve.

Si canta sotto la pioggia, tutti fratelli e non si vede spesso negli stadi italiani, anche se il Genoa le ha sempre prese nelle ultime 12 gare con il Napoli. Alla fine del primo tempo è più intonato il Grifo. Eppure all'inizio è la squadra di Ancelotti ad essere più ficcante, più incisiva. Insigne recita il ruolo di grande ispiratore, innesca i compagni, va lui alla conclusione e prende un palo. Il controllo della partita è del Napoli, ma il Genoa regge bene con attenzione e fortuna, sempre necessaria nelle sfide impari. L'aggressività di Insigne e compagni non è però continua, va in altalena e così il Genoa esce dal suo 31 per cento di possesso palla con un paio di sortite. Nella prima Piatek (a secco con questa da quattro gare) manda il suo famoso destro a lato, nella seconda Romulo opera un cross perfetto per lo stacco di Kouamé al secondo gol in questo campionato: stacco perfetto con Hysai più responsabile di Albiol.

Radu conserva il vantaggio con una grande respinta cheek to cheek su Milik che, non solo per questo errore, ma anche per una certa abulia, paga con la sostituzione. A inizio ripresa entra Mertens al suo posto, mentre Fabian Ruiz rileva Zielinski impreciso al tiro e bersagliato più di una volta da Ancelotti.

Il Genoa, nel primo tempo, si abbassa dopo il gol però qualche volta riesce ad alleggerire l'assedio con qualche sortita. Nella ripresa l'arrembaggio del Napoli si fa più deciso, il Grifo è alle corde, ma non c'è la precisione necessaria da parte degli attaccanti ancelottiani. Mertens è il più lucido, come vedremo. Anche il prato va alle corde. Un nubifragio si abbatte su Marassi, l'arbitro Abisso fischia l'interruzione (13' st) ma non appena le squadre si avviano agli spogliatoi smette di piovere. Si riprende dopo un quarto d'ora, nell'acquitrino. Prima del rifacimento dello stadio per i Mondiali del 1990, questo era uno dei prati più belli in Italia. Una prece.

Ancelotti si lamenta con il quarto uomo e quasi non vede il gol di Fabian Ruiz che pareggia combinando con Mertens.

Un gol venuto dalla panchina, di intelligenza e classe. Solo con queste si può giocare a rimpiattino con pozzanghere. Oppure si può venire ingannati da queste, come accade a Biraschi che spedisce nella sua porta il pallone decisivo. Amen.

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