Nel fortino del S. Paolo il Napoli prima fa paura poi si addormenta

Hamsik apre le danze segnando il gol n°101 Sul 4-0 il Benfica reagisce ma è troppo tardi

Nel fortino del S. Paolo il Napoli prima fa paura poi si addormenta

nostro inviato a Napoli

L'Europa del Napoli è dolce - sei punti in 2 gare e qualificazione agli ottavi già quasi in cassaforte - come dolce è il debutto europeo al San Paolo di Maurizio Sarri. Nel fortino di Fuorigrotta, quando suona la musichetta della Champions, non si passa: ne sanno qualcosa il Villarreal, il Manchester City, l'Arsenal, il Borussia Dortmund, il Chelsea e il Marsiglia, caduti negli ultimi 5 anni a Napoli; solo un pari per il Bayern che poi alzò la Coppa dalle grandi orecchie. Succedeva anche ai tempi di Maradona e di quando i partenopei si affacciarono in Coppa dei Campioni e il Real Madrid di Butragueno portò a casa un punto.

Ieri sera la dura legge del San Paolo è toccata al Benfica, massima espressione di quel calcio portoghese laureatosi a luglio campione d'Europa. E la lezione incassata dai lusitani è di quelle da ricordare, anche se parzialmente mitigata nel finale da due reti, favorite da alcuni svarioni di un Napoli appagato dal poker, che hanno fatto infuriare Sarri. La partenza di Higuain ha rigenerato, paradossalmente, tutto il reparto offensivo. Se si escludono i tre gol di Hamsik, le reti del Napoli in stagione (20 in 8 partite tra campionato e Champions) sono state realizzate solo dagli attaccanti.

Il San Paolo torna a essere per una sera quello delle grandi occasioni. Stop alla protesta contro De Laurentiis (ma in curva B spunta comunque uno striscione sul caro prezzi, che però diminuiranno in occasione della sfida con la Roma). C'è la Champions e c'è il Benfica leader del campionato portoghese e il pubblico napoletano risponde alla grande. Sarri ne cambia quattro rispetto alla gara vittoriosa di sabato e nella logica del turnover mirato, si rivedono i titolarissimi. Il Benfica ruba subito l'occhio, dimostrandosi abile nel palleggio e nel possesso palla. Ecco che arrivano subito dei pericoli per Reina, un po' incerto nella prima occasione sul cross di Semedo (rimedia Hysaj), decisivo sulla conclusione ravvicinata di Mitroglou che arriva dopo l'infortunio di Albiol. Il ko del difensore, che ha appena rinnovato il contratto con gli azzurri, regala il debutto a mister 25 milioni Maksimovic, uno degli acquisti più onerosi dell'era di De Laurentiis, iniziata 12 anni fa.

Il tecnico aveva avvertito alla vigilia sulla pericolosità della manovra dei lusitani, che quando vogliono sanno farti girare la testa in campo. Così il Napoli esce dal guscio e appronta delle veloci ripartenze non appena si presenta l'occasione. Da un corner di Ghoulam arriva il guizzo di testa di Hamsik (101 reti per lo slovacco, a tre gol da Cavani, sull'ultimo gradino del podio dei cannonieri di sempre del Napoli). Ancora una volta è lui a far saltare il banco e gli azzurri confermano la loro vena realizzativa al San Paolo (almeno un gol segnato nelle ultime 18 gare interne europee). Il Napoli si mette l'abito buono e vive una serata di gala con un devastante inizio di ripresa: Mertens regala una doppietta con una perla su punizione, Milik mette il suo terzo sigillo europeo trasformando il rigore procurato da Callejon.

I gol di Guedes e Salvio non rovinano la serata, nel finale spazio anche a Giaccherini (il 18° giocatore utilizzato in stagione da Sarri). Ma quel che conta di più è che l'Italia cala nell'Europa d'élite due poker che fanno rumore.

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