noi last minute anche in champions

di Tony Damascelli

A nche il calcio rispetta le migliori tradizioni dell'italiano medio. Si studia la lezione il giorno ultimo, prima dell'interrogazione; si arriva in classe un secondo prima che squilli la campanella; si paga la bolletta, non quella on line, il giorno stesso della scadenza; idem come sopra per tasse di vario tipo e contenuto. Il last minute non è una convenienza ma un atto congenito, così le tre squadre di football, impegnate nella champions league, hanno rimandato a dicembre la sentenza definitiva che non è per nulla ardua. Promosse o bocciate o rimandate, dipenderà dai gesti di Napoli, Juventus e Roma ma dipenderà anche dai comportamenti delle altre interessate al medesimo verdetto. Torna a tirare la solita aria di sospetto, il biscottificio nostrano sforna l'ultimo prodotto, Juventus-Barcellona è stato un compromesso calcistico da farsopoli, così sarà la partita del Manchester City contro lo Shakhtar, un favore al Napoli che andrà a fare sfracelli a Rotterdam contro il Feyenoord, mentre non c'è nulla da aspettarsi, nel senso di catastrofe, dalla Roma contro il Qarabag. Mentre quelle della premier e gran parte delle altre nobili tedesche e spagnole, vivono all'aria aperta, ecco gli incubi che prendono a condizionare le notti di Allegri che sorride sempre ma deve stare attento a non cadere dal letto, così come Sarri che in Olanda dovrà ribadire, qualche ora dopo aver ricevuto al San Paolo la Juventus, di avere le carte per giocarsi anche l'Europa. Infine Di Francesco che si è destato dal sogno meraviglioso, due secchiate d'acqua gelida a Madrid riportano la Roma alla sua dimensione che è comunque, a livello di champions, la più solida. Le chiacchiere stanno a zero, il calcio italiano sta scivolando, arretra non solo in federazione ma dovunque e comunque, lo ha ribadito addirittura Ceferin, il presidente dell'Uefa che non fa sconti a nessuno ma ha chiarito l'equivoco: siamo in handicap di governance, di stadi e, aggiungo io, di campioni. Necessaria una riforma ma di quelle vere, forti, quasi rivoluzionarie.

Volete un esempio di come siamo messi? Le ore di educazione fisica nelle scuole europee dicono che dalla scuola di infanzia, alla primaria, alla secondaria inferiore, a quella superiore, ci lasciano all'ultimo posto, 512 ore totali, contro le 2600 della Francia, le 1466 della Germania, le 1120 del Belgio, le 1000 dell'Olanda e le 960 della Spagna. Ultimi anche all'ultima ora, sempre, per ribadire il concetto. Ma ci riscatteremo. O no?

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