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Pronto mandato d'arresto per Robinho: cosa rischia

In partenza il mandato di arresto internazionale per l’ex attaccante del Milan condannato in via definitiva per violenza sessuale di gruppo

Pronto mandato d'arresto per Robinho: cosa rischia

Partirà nei prossimi giorni il mandato di arresto internazionale per l’ex attaccante del Milan Robinho, condannato in via definitiva insieme all’amico Ricardo Falco lo scorso 19 gennaio a nove anni di carcere per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza albanese di 23 anni nel gennaio 2013.

Dopo la ricezione della sentenza con la quale i giudici della terza sezione della Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso della difesa del trentottenne brasiliao è stata iscritta in procura a Milano la procedura in vista dell'ordine di esecuzione della pena.

Dunque, nei prossimi giorni, come prevede la normativa, nei confronti dell'ex giocatore rossonero e del suo amico, che vivono entrambi in Brasile, l'ufficio esecuzione della Procura formulerà la richiesta di estradizione con contestuale mandato d'arresto internazionale.

Tuttavia sembra già scontato che Robinho non sarà consegnato alla giustizia italiana perché la Costituzione federale brasiliana non consente l'estradizione dei propri cittadini, ma con il mandato d'arresto internazionale potrebbe essere arrestato qualora uscisse dal Brasile e fosse rintracciato in un altro Paese che preveda accordi d’estradizione con l’Italia.

Il caso

Proprio una decina di giorni fa la Suprema Corte ha confermato i 9 anni di carcere (decisi dalla Corte d'appello milanese il 10 dicembre 2020) per Robinho e il suo amico Ricardo Falco, per violenza sessuale di gruppo.

Nel corso del procedimento per i due non erano state emesse misure cautelari, mentre gli altri uomini che avrebbero preso parte alle violenze non sono mai stati trovati. Per questa vicenda il Santos, club per il quale il calciatore era tornato a giocare dopo le esperienze in Europa con Real Madrid, Manchester City e Milan, aveva deciso di sospendere il contratto.

Secondo i giudici, l'ex stella brasiliana avrebbe fatto bere la ragazza fino al punto da renderla incosciente e poi l'avrebbero violentata a turno, senza che lei potesse opporsi, in un guardaroba di un locale notturno della movida milanese, dove la giovane si era recata per festeggiare il compleanno.

Il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser nel processo d'appello aveva chiesto la conferma delle due condanne smontando le quattro consulenze tecniche prodotte dalla difesa di Robinho, tra cui una con foto tratte dai social e che puntava a dimostrare che la ragazza era solita bere alcolici.

Nelle motivazioni della sentenza d'appello i giudici hanno scritto che l'ex talento rossonero e i suoi"complici" hanno manifestato"particolare disprezzo" nei confronti "della vittima che è stata brutalmente umiliata" e hanno "da subito cercato di sviare le indagini offrendo agli inquirenti una versione dei fatti falsa e previamente concordata".

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