I numeri, a volte, sono aridi. Ma quelli dei bilanci parlano e vanno letti con la massima attenzione. La cartella clinica dei conti juventini preoccupa i parenti e chi ama il football. Numeri pesanti, un indebitamento che tende a peggiorare. Non entro dei particolari che non mi competono ma il quadro è chiaro, la Juventus è in border line e ha bisogno di riequilibrare una situazione che non consente ulteriori investimenti. I costi sono aumentati in modo vertiginoso, l'allestimento di una squadra di assoluto livello ha conseguenze gravi anche perché la rosa si è allargata troppo con salari tutti di alta sostanza. Non ci sono molte alternative, se non quella di fare cassa attraverso il mercato, la cessione di alcuni calciatori top, un sacrificio che non può accontentare i tifosi ma alleviare la tensione finanziaria. Vendere Dybala, Pjanic, Alex Sandro, Bernardeschi, i soli a poter stimolare l'interesse di altre squadre di censo, sarebbe una ma non la soluzione. Nei giorni scorsi i dirigenti bianconeri sono stati impegnati nel road show in Inghilterra per illustrare il progetto Juventus e per cercare eventuali investitori. L'aumento di capitale è una luce non sufficiente a riportare in linea il bilancio, tocca a Fabio Paratici e ai suoi collaboratori individuare le trattative giuste che possano ridare respiro regolare. C'è poi da chiarire il futuro di Cristiano Ronaldo che ha garantito una svolta di immagine e di entrate per il club ma, al tempo stesso, una forte sofferenza economica. Quale altra società potrebbe assicurare al fuoriclasse portoghese lo stesso salario di 30 milioni netti annuali? Forse i cinesi ma non credo che Cristiano possa accettare quel football. Forse il soccer americano, anche se alcune pendenze del portoghese non consigliano l'avventura.
La vittoria in Champions league è l'unica isola del tesoro alla quale approdare per poi rifiatare, nell'attesa di eventuali investitori stranieri. Diversamente, il rischio sarebbe alto. Andrea Agnelli e John Elkann sanno di non potere e non volere trasformare la loro grande nave da crociera in un Titanic.
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