Torino - Prima contro seconda. Juventus contro Sassuolo, a Torino. Dove gli emiliani, nei cinque precedenti, non hanno raccolto nulla di nulla: cinque partite e altrettante sconfitte, l'ultima delle quali lo scorso 4 febbraio con un umiliante e imbarazzante 7-0 (tripletta di Dybala, all'epoca sfolgorante). Anche da prima di quel giorno, i neroverdi si erano guadagnati il soprannome di Scansuolo, a evidenziare l'atteggiamento non sempre bellicoso mostrato in campo contro i bianconeri. Cattiverie gratuite o no, la Signora è la squadra contro cui gli emiliani hanno perso più incontri (otto su dieci) e subito più reti (25, a pari merito con la Lazio) nella sua storia in serie A. E, a Torino, i bianconeri hanno uno score di sedici reti a una: magari oggi la musica sarà diversa e le cronache racconteranno altro, ma al momento il ritornello è stato sempre lo stesso. Monotono e tutto a vantaggio degli attuali campioni d'Italia, ingiocabili per tanti del resto.
Oggi, chissà: la squadra di Allegri è a punteggio pieno, ha Ronaldo che deve sbloccarsi («lo farà», ha profetizzato il tecnico livornese), una rosa pachidermica e di qualità ma pure la Champions da cominciare mercoledì. Difficile che la Juve si faccia distrarre eccessivamente, però va tutto tenuto in considerazione. Pure perché «De Zerbi è uno dei migliori giovani allenatori del campionato» (lo stesso Allegri dixit) e perché grazie ai sette punti conquistati finora il Sassuolo ha eguagliato la sua miglior partenza nella massima serie: nel 2015/16 pareggiò alla quarta giornata contro la Roma e magari può essere ritenuto un piccolo presagio pure quello, vista la caratura dell'avversario.
Tutto ciò premesso, è ovvio che anche oggi l'osservato numero uno del match sia Cristiano Ronaldo. A proposito del quale sono state sviscerate tutte le statistiche possibili per accoglierne (propiziarne, quasi) il primo gol vero con la maglia bianconera, tipo quella per cui il portoghese ha buttato la palla dentro 41 volte in 32 partite nei match disputati dopo la sosta con la maglia del Real Madrid. «Da lui non mi attendo né più né meno di quello che ha fatto nelle prime tre partite ancora Allegri - Bisogna essere un po' fatalisti: nelle prime gare ha tirato tanto e non ha trovato il gol. Tutti lo aspettavano e invece ha fatto gol Mandzukic: il portoghese però ha lavorato bene, credo segnerà e si sbloccherà». Anche qui, siamo al solito ritornello: quando comincerà, non smetterà più e del resto è quello per cui la Signora ha deciso di strapagarlo. In attesa che CR7 batta un colpo (nel settembre 2015, contro l'Espanyol dopo una pausa, realizzò addirittura un pokerissimo di gol), c'è comunque da preservare il tre su tre iniziale che ha già distanziato alcune delle presunte rivali: un po' di turnover ci sarà, ma la rosa è talmente ampia che Allegri può anche mettere in conto di risparmiare qualcuno (Chiellini, Alex Sandro, probabilmente Pjanic) in vista dell'esordio in Champions di mercoledì sul campo del Valencia.
Sarà, oggi, la prima volta dall'inizio di Emre Can, tedesco di assoluto valore arrivato a parametro zero (con milioni di commissioni, però) del quale ci si è finora addirittura quasi dimenticati: basterebbe questo per rendere l'idea dello strapotere bianconero nei confronti della concorrenza italiana. Se poi il Sassuolo farà il miracolo, bravo lui.
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