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Ora Conte può giustiziare la "sua" Signora

Non è successo nulla. Nel senso che la corsa per i posti in champions è aperta o almeno così sembra

Ora Conte può giustiziare la "sua" Signora

Non è successo nulla. Nel senso che la corsa per i posti in champions è aperta o almeno così sembra. Milan e Atalanta, come il Napoli nell'anticipo, procedono con lo stesso passo spavaldo,

non poteva certamente essere il Torino, in edizione indecorosa, un ostacolo al gruppo di Pioli, splendido il gol di Theo Hernandez, gelido Kessie che risulta essere il migliore centrocampista del campionato, il resto è stata una gita allegra contro le presunzioni della squadra di Cairo. Non poteva aspirare il Benevento, afflitto dagli arbitraggi (!?), a molestare l'Atalanta che ha confermato lo stato di salute che la sta portando ancora nel giro dei grandi d'Europa. La Juventus in avvio ha sofferto il dovuto, come prima e più di prima, l'ha salvata Buffon che, in attesa di togliere il disturbo e salutare la comitiva torinese, ha parato da campione un rigore, causato dalla vecchia gloria, lui sì, Bonucci e poi Rabiot e Ronaldo, al centesimo gol in bianconero, hanno tolto gli affanni a Pirlo che oltre a non avere idee riesce a sbagliare le rarissime a disposizione, ad esempio la scelta di Arthur, un bluff brasiliano che fa rimpiangere Pjanic a fine carriera e ho detto tutto. Il gol elegante di Dybala, centesimo anche per lui, è stato un coriandolo improvviso dopo una prestazione anonima. La situazione-champions resta, dunque, fluida almeno in apparenza, a due giornate dalla fine è sicuramente la Juventus quella messa peggio, per colpe sue specifiche. La prossima partita a Torino contro l'Inter è davvero il segnale di un cambio storico, potrebbe essere proprio Antonio Conte a togliere le ultime speranze alla sua ex squadra, quasi una vendetta dell'allenatore salentino che ha costruito la leggenda dei nove scudetti consecutivi e che va a chiudere quella stessa storia, nel suo stadio, con un pasillo che i bianconeri dovrebbero comunque riservare a lui e alla squadra campione d'Italia. Poi la partita deciderà il futuro.

Di tutti.

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