«Ora mi ricompro una Ducati? No me la devono dare»

Ventotto anni oggi. Si faccia un regalo. Col premio medaglia, 140mila euro, si comprerà la moto venduta per allenarsi?
«Comprarla? Nemmeno per idea. Da anni dico sui giornali che avevo una Ducati, che tifo Ducati… Stavolta me la daranno, spero... ».
E adesso, il futuro, festa a Pordenone, casa sua, città sua?
«Adesso prosecco, mi bevo del buon prosecco, poi ci penserò».
Perché la chiamano Calimero?
«Sono scuro anche adesso, ma da piccolo ero piccolo e nero. E con il caschetto bianco… avete presente?».
Quanto costa il kayak?
«Il mio, in carbonio, 2mila euro. L'ho progettato io, ogni dettaglio».
Adesso ha vinto proprio tutto.
«Sì, sono il primo canoista a conquistare europei, coppa del mondo, mondiale e olimpiade… Infatti ho deciso di ritirarmi» (ride).
Il suo sport sarà sport minore, ma è proprio bello. Avvincente.
«Sono anni che lo dico. Ai Giochi è sempre nei primi 5 sport più visti. In Italia sarebbe bellissimo, sarebbe un buon investimento serve che qualche dirigente s'interessi, servono anche sponsor. Ma credetemi: impianti come questo inglese poi portano turismo».
Dove si è preparato?
«In Cina e Australia e in Europa, non in Italia».
Fidanzato?
«Diciamo che le ho lasciate tutte per dedicarmi a questa medaglia. Adesso torno in campo».
Ha venduto la sua Ducati perché le servivano soldi per allenarsi.
«Sì, ma anche perché ho avuto un brutto incidente nel 2007, un volo di sei metri su un torrente vuoto. Ho rotto una vertebra, è stata dura, qualcuno mi ha protetto. A volte sento ancora fastidio alla schiena. Anche per questo a Pechino mi andò male».


Canoa rossa per la Ducati?
«Sì, già, la Ducati… non la compro non la compro… me la devono proprio dare... Anzi, magari pure una Ferrari, visto che la pedaliera del kayak è stata realizzata con la collaborazione di Maranello».
BCLuc

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