Nella vita tutti sognano un giorno da Federer, solo che di solito succede ad uno soltanto ed in particolare a quell'uno che si chiama Roger. Poi però la filosofia dello sport dice che bisogna sempre provarci, perché come sosteneva Pietro Mennea - un'altro che aveva la vittoria come compagna di viaggio - «la fatica non è mai sprecata: si soffre, ma comunque si sogna». Ecco, appunto: Andreas Seppi è un uomo di fatica, non ha forse il talento di altri tennisti, ma ha la testa di un grande giocatore e si è costruito una carriera brillante proprio palla dopo palla, colpo dopo colpo. E così, quando alla fine si è trovato al terzo turno degli Australian Open a vivere il suo attimo da Federer, ha trovato proprio il colpo giusto, su un match point di un giorno da leoni e su una palla impossibile da prendere. O quasi. «Non so neanche come ho fatto, ho messo la racchetta pensando di non arrivarci e invece è andata di là». Game, set and match . Con Roger, quello che vive sempre da Federer, che gli fa i complimenti: «Bravo davvero, ha pure chiuso con un punto pazzesco. Te lo sei meritato».
Perché questa è la morale: se c'è un tennista italiano che si merita una soddisfazione come questa è proprio Andreas Seppi da Caldaro, altoatesino di testa e italiano di cuore, guidato dal suo tecnico di sempre Massimo Sartori che alla fine ci terrà a far sapere che proprio Federer, quello vero, ha grande stima di Andreas. «Si erano perfino allenati insieme qualche giorno fa - rivelerà - e per la prima volta Roger aveva perso 7-6. Un segnale». Una conferma in realtà, «perché un tennista che per 10 anni consecutivi resta entro i primi 70 del mondo merita rispetto. E questo lo sanno anche i big della classifica. E lo sapeva anche Federer».
Il risultato, strabiliante magari visto che per la prima volta un italiano ha battuto in uno Slam uno dei primi due giocatori del mondo, è che questa partita non l'ha persa il più forte ma l'ha vinta Seppi. Partendo forte fin dal primo set con l'avversario un po' imballato, resistendo nel secondo fino ad arrivare al tie break che risulterà probabilmente decisivo: «Non dovevo perderlo, mannaggia - dirà poi Roger -. Andare sotto due set a zero mi ha tagliato le gambe». Infatti la rimonta fallisce e la partita finisce al quarto set (6-4, 7-6, 4-6, 7-6) sempre al tie-break e con quel punto che diventa una fotografia immortale nella vita di Andreas. Il quale, come si conviene da bravo ragazzo, esulta il giusto e con il sorriso sulle labbra: «Ho solo pensato a divertirmi nel giocare sul campo centrale. Non è una cosa che capita tutti i giorni. Ho cercato di fare del mio meglio visto che avevo contro Roger e il pubblico che tifava per lui ».
Il giorno da Federer arriva così, all'improvviso dunque, ma non certo per caso. «E comunque non c'è nulla da festeggiare più di tanto: non ho vinto mica il torneo... Certo, è una bellissima giornata per me, tra le migliori della mia carriera, e sono soddisfatto perché ho tenuto un livello di gioco molto alto per tre ore contro un avversario del genere, non sbagliando mai con il dritto. Ma questa vittoria la metto insieme ad altre», e via parte l'elenco cominciando dal successo con Nadal nel 2008 a Rotterdam («era il giorno del mio compleanno») per arrivare a un match di Davis a Torre del Greco nel 2005. «Vinsi contro Ferrero - sorride Andreas -, lo ammiravo tantissimo...».
E questi, in sintesi, sono i giorni da Seppi, «restare calmo e concentrato e mantenere questo livello di gioco nel prossimo incontro. E quindi stasera solita cena e poi a dormire».
Così, mentre Melbourne saluta Sara Errani battuta dalla belga Wickmayer in tre set, Andreas Seppi si prepara a sognare ancora, visto che per arrivare ai quarti di finale c'è da scalare un'altra montagna, l'australiano Kyrgios, nuovo idolo down under : «Farò la stessa cosa: sarò sul campo centrale contro un grande avversario e con il pubblico ancora contro. Non resta che provare a divertirmi». Magari - perché no? - vincendo: a sognare in fondo capita un giorno di diventare un Federer.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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