Sport

"Una pallonata mi fece svenire da piccolo"

L'ex bomber: "E da grande, contro la Juve, per un gol rischiai l'osso del collo"

"Una pallonata mi fece svenire da piccolo"

La maledizione del «colpo di testa». Che non a caso, in ambito extrasportivo, sta - citiamo dal vocabolario - «comportamento folle», «gesto improvviso e sconsiderato», «azione repentinamente illogica». Insomma, quasi una «pazzia». Ma qui a noi interessa il colpo di testa inteso come «gesto atletico» durante una partita di calcio. Ciò che per i fisici delle scienze motorie rientra nella complessa casistica della «Teoria degli Urti» e che, più banalmente, per i tecnici del Bar Sport è solo un ardimentoso impatto testa-pallone che può trasformarsi in tutto e nulla: da gol spettacolare a banale «spizzata».

Nella lunga lista degli ex campioni (categoria: «Gol memorabili fatti di testa») non può mancare un bomber storico come Aldo Serena, che di palloni in rete con la sola del cranio ne ha insaccati tanti.

Aldo Serena, cosa ne pensa dell'iniziativa della Federazione calcistica inglese di «porre un limite» ai colpi di testa («massimo 10») durante gli allenamenti?

«La trovo giusta. La salute dei calciatori va tutelata, soprattutto se sono giovanissimi. Per gli under12 proibirei completamente i colpi di testa in allenamento».

Ma lei, da piccolo, ha avuto problemi con i colpi di testa?

«Sì, avevo 12 anni e la mia squadra, il Montebelluna, giocava contro l'Adriese. Era una giornata di pioggia. All'epoca i palloni si inzuppavano diventando bombe pesantissime. L'arbitro fischiò una punizione per gli avversari. Io mi misi in barriera. Il giocatore dell'Adriese calciò violentemente e il pallone mi colpì in pieno sulla faccia. Svenni e rimasi senza sensi per qualche minuto».

Scusi il cinismo, ma sembra la scena del film di Fantozzi quando durante la partita con i colleghi urla sotto il diluvio: «Palla altissima, impregnata d'acqua, la respingo io di testa». E poi sprofonda di mezzo metro nel fango.

«Beh, quella è un'esagerazione cinematografica. Ma rende bene l'idea».

Da «grande», invece, nessun incidente causato da un'«incornata»?

«Nel 1988 in un Juventus-Inter segnai di testa il gol dell'1 a 1 facendo una capriola in colo sulle spalle di Favero. Feci un gol bellissimo ma rischia di rompermi l'osso del collo».

Studi britannici su ex calciatori hanno dato esiti allarmanti in rapporto all'Alzheimer. Tra le vittime proprio un'icona del calcio inglese: sir Bobby Chalton eroe dell'unico mondiale vinto proprio dall'Inghilterra nel 1966.

«Ripeto: bisogna prevenire eventuali situazioni a rischio. Ai giovani vanno vietate le ripetizioni che in allenamento comportano decine e decine di colpi di testa. In partita, fortunatamente, la possibilità di impatto testa-pallone è molto inferiore».

Il «colpo di testa» più famoso resta comunque sempre quello del 2006 di Zidane sul torace di Materazzi...

«Il petto di Materazzi era solido quanto un muro. A rischiare di farsi male fu Zidane...

».

Commenti