Parte la Formula1, ecco perché dobbiamo sperare

La Red Bull è l’auto da battere ma ha mostrato problemi di affidabilità. E la Ferrari non è detto sia in difficoltà. Stanotte le prime libere in Australia

Parte la Formula1, ecco  perché dobbiamo sperare

Finalmente si parte. Stanotte, ore 2 e trenta, prove libere e motori accesi nel parco di Albert, Melbourne, Australia che più bella non si può. Motori accesi per tutti, per i team un po’ barzelletta che non sai come diavolo facciano a correre e penso alla Caterham, alla Marussia; e motori accesi per le squadre che fanno terribilmente sul serio come la nazionale nostra Ferrari, come la Red Bull campione del mondo, come la McLaren bella sempre e ancor più bella quest’anno che tutte hanno il brutto muso scalinato e lei, invece, l’ha mantenuto aggraziato ed elegante. Motori accesi per Alonso reduce da un’infilata di conferenze stampa da primato, documentata su twitter dal suo manager, che più stanco dell’assistito ha buttato lì che a cinque ore per Gp saranno cento ore d’interviste per fine anno. Molte, è vero, ma sempre poche pensando agli stipendi iper milionari che compensano il fastidio. Comunque l’Alonso promette un mondiale Tour de France, “ci sono 20 tappe e prima o poi la Ferrari vincerà”, meglio prima lo sa lui e lo sappiamo noi, mentre Massa è più ottimista, “faremo il massimo per puntare alla vittoria”, dice e fa giurin giuretta.

Si vedrà.

Intanto è certo che la Red Bull è l’auto da battere ma che i suoi bravi problemi di affidabilità ce li ha, e che McLaren e Mercedes - visti i test - sono al livello della Rossa. Non di più. Per cui, massì, fino alle qualifiche di sabato mattina, è permesso sperare. E forse illudersi.

Twitter: @bennycasadei

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