Coronavirus

Parte male la F1 virtuale. I Cavalieri del rischio spaventati dai videogiochi

Domani Gp del Bahrein su console coi piloti reali Molti rinunciano, temono figure.

Parte male la F1 virtuale. I Cavalieri del rischio  spaventati dai videogiochi

La generazione playstation ha paura della playstation. La Formula 1 aveva avuto la bella idea di riempire il vuoto da Corona Virus con un mini campionato del mondo virtuale, chiedendo ai 10 team iscritti al Mondiale vero di partecipare con i loro piloti titolari. Tanto sarebbe stato un gioco, anzi un videogioco. Ma quando hai a che fare con l'ego dei campioni che vorrebbero sempre vincere anche giocando a nascondino con i loro bambini, non si può parlare di gioco. Ogni team di Formula 1 ha la sua squadra virtuale iscritta al campionato eSports, la Ferrari ha addirittura vinto il Mondiale con Davide Tonizza, il famoso Tonzilla che l'anno scorso al suo debutto, ha sbaragliato la concorrenza. La Formula 1 però ha chiesto di non schierare i piloti virtuali, ma di mettere al volante piloti veri, sognando di poter proporre comunque una grande sfida Hamilton-Vettel o un duello a distanza Verstappen-Leclerc. Macchine uguali per tutti, assetti identici, danni limitati. Sarebbe stato un bel diversivo per tutti i tifosi costretti (giustamente) a casa.

A questo punto però è intervenuto il super ego dei piloti. Radio box racconta che qualcuno abbia addirittura chiesto un ingaggio extra, ma ci piacerebbe tanto fosse una bufala. Altri, come Vettel, non hanno mai giocato alla playstation né hanno un simulatore attrezzato in caso e quindi proprio non avevano gli strumenti. E poi è intervenuta la paura di perdere, di vedersi battere dal ragazzino cresciuto a pane e playstation e con il simulatore nel salotto di casa. Due fuoriclasse su tutti: Max Verstappen e Lando Norris. Max, ad esempio, già lo scorso weekend aveva gareggiato virtualmente con Montoya, Barrichello e un po' di piloti americani, aveva vinto la sua batteria ma poi aveva perso il confronto con i videogiocatori professionisti. Norris ci si sarebbe buttato alla grande, ma per questo weekend aveva già un ingaggio per video giocare su un'altra piattaforma (Not the Bahrain GP), dopo che la scorsa settimana aveva corso su Twitch il Gp d'Australia virtuale, finendo sesto in una gara che aveva visto in pista anche il portiere del Real Courtois.

Per ora di piloti ufficiali se ne sono iscritti ben pochi (Latifi), mentre Mercedes sta cercando di superare i problemi logistici per attrezzare Hamilton e Bottas nelle proprie case e la Ferrari ha messo in macchina due ragazzi della sua Academy, Robert Shwartzman, il 21enne di San Pietroburgo campione di F3, e Dino Beganovic, l'ultimo arrivato nel team, 16enne in F4. La partenza è insomma al rallentatore. L'idea era anche buona, ma forse ci volevano una decina di giorni per realizzarla nel miglior modo possibile. Si è avuta troppa fretta di riempire un vuoto e non si sono fatti i conti con il super ego dei piloti.

Magari alla seconda gara andrà meglio. (Ha collaborato: Andrea Bonso)

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