Pastore ci prova: "Sogno il Milan"

Mercato a tutto campo. L'argentino del Psg strizza l'occhio ai rossoneri: "Hanno qualcorsa di magico. Pranzo spesso con Galliani". La Juve ripensa a Villa in prestito e ingaggio a metà col Barça

Pastore ci prova: "Sogno il Milan"

Tra squalifiche, penalizzazioni e voglia di rivalsa, il calciomercato italiano inizia con due settimane d'anticipo rispetto all'ufficialità. E - malgrado i venti di crisi - c'è chi inizia a sognare in grande. È il Milan: il campo parla di una bella rimonta in classifica, le voci di mercato vorrebbero il Corinthians pronto ad offrire 15 milioni di euro per Pato, un'occasione troppo ghiotta da lasciarsi scappare. Tanti parlano di Drogba e Balotelli. Ma la sorpresa è l'autocandidatura di Javier Pastore, talentuoso centrocampista del Psg già nei sogni del Milan ai tempi del Palermo: «Voglio vincere qualcosa con il Psg - le parole dell'uruguaiano - ma prima o poi giocherò con la maglia rossonera, ne sono certo». El Flaco non si è ambientato a Parigi e Ancelotti non lo ritiene una prima scelta: «A Parigi ho la fiducia di tutti ma c'è qualcosa che non va - prosegue - ho uno splendido rapporto con Braida e Galliani. Quando vengo in Italia, mi incontro spesso con loro e pranziamo insieme lontani da occhi indiscreti. Il Milan ha qualcosa di magico, lo sento». Poi una parziale retromarcia tramite twitter («Ho solo detto che il Milan è una grande squadra, ma oggi sono felice al Psg»). Pare difficile che il Milan possa garantire i 4,5 milioni di euro d'ingaggio ad un giocatore che, due estati fa, il Paris Saint-Germain pagò 43 milioni di euro.

Dall'altra parte del Naviglio, invece, si pensa a sfoltire la rosa: l'Inter ha concesso a Philippe Coutinho e Wesley Sneijder vacanze anticipate non convocandoli per la sfida di Coppa Italia di ieri e per la gara di sabato contro il Genoa. Chiaro il problema con l'olandese: è sul mercato, si aspettano offerte. Ma nessuno si fa avanti, costa troppo e il fisico non concede grandi garanzie. Parlano gli infortuni. Diverso il problema di Coutinho: fermo per un risentimento muscolare, si sposa il 27 dicembre e quindi il permesso va visto anche in quest'ottica. Ma scarso utilizzo nella stagione e rendimento non sempre all'altezza non escludono l'ipotesi mercato.

Caso emblematico il Napoli, che subita la penalizzazione e l'appiedamento per squalifica dei difensori Cannavaro e Grava, si trova costretto a rafforzare la difesa. Si affaccia il ritorno di Fabiano Santacroce, difensore in comproprietà con il Parma. Mentre si blocca la cessione dell'italo-argentino Hugo Campagnaro all'Inter. Il difensore, in scadenza di contratto a giugno 2013, era la pedina richiesta da Andrea Stramaccioni per ovviare alla probabile partenza di Matias Silvestre, ma soprattutto era un'operazione a bassissimo impatto sulle casse societarie (costo inferiore al milione di euro). Non se la passa meglio nemmeno la Roma, che ieri ha dato una sterzata (a livello dialettico) al tormentone Daniele De Rossi confermandolo a gran voce. Il campo, però, fa pensare ad altro. Il centrocampista di Ostia è ufficialmente una seconda scelta e i 10 milioni di euro a bilancio a stagione fino al 2017 sono diventati una spesa ingiustificata.

Partito dalla Juve, Lucio è rimasto disoccupato per poco. Ieri ha firmato un contratto biennale con il San Paolo. «É un vecchio sogno del San Paolo, in luglio siamo stati molto vicini al suo ingaggio che poi non si concretizzò», ha spiegato il direttore tecnico, Adalberto Baptista, protagonista nella trattativa per riportare il brasiliano in terra patria.
Invece la Juve ha avuto un ritorno di fiamma per David Villa. Possibile il prestito dal Barcellona, addirittura intenzionato a pagargli parte dell'ingaggio (attorno agli 8 milioni di euro). Conte è indeciso: Villa è già sceso in campo in Champions, pertanto sarebbe impossibile impiegarlo in Europa.

A Barcellona, intanto, la società ha annunciato il rinnovo del contratto di Messi (fino al 2018), Xavi e Puyol fino al 2016: «Felice di legarmi per tutta la carriera a questo club che amo», le prime parole di Messi. Allora le bandiere esistono ancora….

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