Pellegrino fa sognare... ma è sempre incubo mondiali

Pellegrino fa sognare... ma è sempre incubo mondiali

«Ci ho provato. È andata bene fino a pochi metri dalla fine». È sprint anche nel commento, pur ancora senza fiato, Federico Pellegrino, quinto ieri a Falun, nel primo crepuscolo mondiale, dominato dal norvegese Petter Northug, sul canadese Alex Harvey e sull'altro norvegese Ola Vigen Hattestad.

Il poliziotto di Nus è stato in corsa per una medaglia fino agli ultimi metri del lunghissimo rettifilo. Letteralmente superato dallo sfinimento prima che dagli avversari. La sua è stata una grande prova cominciata, con intelligenza, fin dalla qualifiche affrontate col diesel e chiuse al 15simo posto. Poi il turbo nei quarti: sei spinte, quindi a tutta, stabilendo uno dei miglior tempi, il piede in avanti a far scattare il fotofinish, la testa indietro a guardare che, sì, gli altri stavolta erano tutti dietro. Prova fotocopia in semifinale: sull'ultima salita Pellegrino scatta. Lo recupera solo il russo Nikita Krikiuv. In finale il poliziotto valdostano ha chiare due cose: questa, la classica, non è la sua tecnica e i suoi cinque avversari rappresentano gli annali e le medaglie recenti di questo sport. C'è tanta Norvegia, con Hattestad, due medaglie mondiali ed una olimpica. Ci sono i «bronzi di Oslo, i fratelli Northug. C'è Harvey, già due volte iridato e c'è Krikiuv, oro a Vancouver e sul podio a Sochi tanto per gradire.

E poi, ci sarebbe «Chicco» da Nus, 24 anni di talento e speranza anche grazie ad una stagione super con 3 vittorie di fila nelle ultime sprint a skating. Pellegrino alza il braccio, saluta il pubblico e ricaccia i pensieri. Parte come Davide contro Golia. Sta nel gruppo, ma a metà percorso digrigna i denti, cambia binario e si lascia dietro tutti. Qualche metro in meno e saremmo qui a raccontare di una medaglia. Parliamo, invece, di un sogno e di un piccolo grande fondista che ha saputo trascinare anche i compagni: il valtellinese Maicol Rastelli (15°) cede ai quarti. Con Pellegrino sarà ancora in pista domenica per la sprint a squadre. Brava anche un'altra matricola, la valdostana Francesca Baudin (15sima): campionessa mondiale under 23 è una miniatura di volontà, con il suo metro e 55 di altezza, ed ha ceduto nei quarti solo alle «solite» big che poi si son messe al collo la medaglia: la 13sima mondiale per Marit Bjorgen su Stina Nilsson e Maiken Caspersen Falla.

La Norvegia straccia i cugini svedesi in questo Mondiale che in Scandinavia è piuttosto un derby iperboreo. Oggi scendono in pista i saltatori e per la Combinata nordica c'è Alessandro Pittin, sperando che domenica «San» Pellegrino si ricordi di oggi. Per fare meglio.

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