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Perché Spalletti ha una squadra da guerriglia

di Riccardo Signori

S i può passare per matti nel dare fiducia all'Inter fin dal mese di novembre. Lo sanno bene giornalisti e tifosi che, più di una volta, si sono visti rifilare sonore smentite. Basta riportarsi al campionato scorso. L'Inter raccoglie pronostici credibili da febbraio in poi. Quindi perché crederle fin da ora? Impressione immediata: somiglia sempre più ad un gruppo da guerriglia calcistica. Non gioca bene, ma sta cominciando a giocare meglio. Ha calciatori tipicamente da competizione, che non è poco. Non hanno bisogno di un gran gioco, ma sanno utilizzare la qualità personale. Sarà per via dell'origine natale (argentini, uruguayani, croati), sarà per l'indole che ci hanno fatto conoscere e riconoscere: non sempre affidabili nella maturità e nella continuità, ma pronti ad infilarsi nelle savane piene di insidie. Tanto per capirci: il Napoli ha giocatori bravi, eleganti e da luna park. L'Inter ha calciatori brutti e cattivi, pronti alla giostra lancia in resta. Aggiungete una difesa con due stopper saracinesca e un attaccante-guerrigliero a rendimento-gol garantito.

Si dirà: gli uomini da guerriglia sono gli stessi dell'anno passato. Vero, ma Brozovic è maturato mentalmente, Perisic è sempre da battaglia anche quando si assenta, Nainggolan tra un infortunio e l'altro è il grinta nel motore, il parco riserve più ampio e meglio assortito.

I numeri dicono che la difesa si è assestata dopo gli svarioni iniziali, Icardi sta crepitando gol con regolarità, e quando conta, il centrocampo comincia a pendere dai piedi di Brozovic: più leader e meno farfallone. Aggiungete che Spalletti se fa polemica (vedi con Bergomi) è molto più chiaro nei concetti. Magari ha trovato chiarezza anche nello spiegare le tattiche ai suoi giocatori.

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