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Piccola speranza Il Tas respinge la sospensione ma vuole ascoltarlo

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Anche il tribunale arbitrale sportivo sente aria di mistero. Forse non così pesta e viziata e opprimente come quella complottistica ventilata da Alex Schwazer, dai legali e da Sandro Donati, il suo mentore nei mesi duri e infiniti della riabilitazione e il ritorno all'agonismo. «Per colpire me, per le battaglie fatte contro il doping, hanno macellato un atleta innocente che ha sbagliato in passato» ripete infatti da settimane il tecnico. Il Tas riunito a Losanna non condividerà certamente pensieri così pesanti ma qualcosa condivide: il dubbio altrettanto pesante che serva altro tempo per chiarire meglio questo thriller. Da qui la decisione di ieri di rigettare la richiesta di Schwazer di sospendere lo stop per doping. Come per Valentino Rossi, lo scorso novembre, quando venne rigettato uguale appello per bloccare l'effetto della penalità ricevuta nel cruciale Gp di Valencia. Ma nel caso del marciatore c'è una differenza sostanziale: è stato deciso di fissare a breve, già a inizio della prossima settimana, un'udienza con le parti (legali Iaaf e dell'atleta) per trattare d'urgenza il caso. Rimane dunque aperta un porticina per sperare di vedere Alex a Rio. In una nota, i legali del marciatore hanno poi sottolineato che il Tas si è detto «disponibile» ad ascoltare «l'atleta» e a una «eventuale ammissione di prove testimoniali». «Evidentemente» ha aggiunto poi l'avvocato Brandstaetter, «hanno ritenuto che il caso sia complesso per poter decidere senza un'udienza».

In effetti, nei giorni scorsi, il Tas aveva chiesto al Coni, alla Fidal, alla Iaaf e al Cio un parere scritto sulla vicenda. Scontato quello negativo della federazione internazionale, sia il nostro comitato olimpico che la federatletica nazionale avevano manifestato la perplessità che fosse stato negato il diritto alla difesa (il tempo intercorso tra la seconda positività riscontrata e la sua comunicazione alla Iaaf e il non totale anonimato della provetta).

«Mi sembra una decisione intelligente perché, se il Tas avesse accettato la sospensiva, si rischiava di avere comunque una decisione sub judice. Nel giro di pochissimo tempo dovranno decidere». Così ieri sera il presidente del Coni Malagò, conscio che per l'atletica azzurra le speranze di un oro a Rio sono ora nelle mani di giudici svizzeri.

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