Pippo si affida a un Pazzo per la controriforma Milan

Pippo si affida a un Pazzo per la controriforma Milan

«Non ci voleva l'infortunio a Riccardo Montolivo. A cominciare dal presidente Silvio Berlusconi gli siamo tutti vicini». Adriano Galliani è stato il primo a presentarsi nella clinica Madonnina di Milano ieri pomeriggio, è stato il primo sabato notte a fare i conti con il colpo basso inferto dalla sorte oltre che alla Nazionale anche al Milan che verrà. Perché la cena di Arcore è stata scandita più che dai piani e dal dibattito sul sistema di gioco griffato Filippo Inzaghi dalle notizie provenienti da Craven Cottage. «Speriamo che il ko si risolva in tempi relativamente brevi» l'auspicio di Galliani. Di fatto l'infortunio toccato a Montolivo ha iscritto all'ordine del giorno milanista un argomento di estrema attualità: come rimpiazzare nel primo mese di attività il capitano? La risposta immediata è stata una sola: maggiore spazio a Cristante nell'attesa che venga perfezionato con la Samp il riscatto di Poli, l'altro centrocampista chiamato a occupare la casella lasciata libera dall'azzurro. Ogni scelta impegnativa sarà presa naturalmente dopo l'esito dell'intervento chirurgico: i tempi stabiliti dai due chirurghi per la guarigione orienteranno la strategia del club.
Se il Milan di Pippo Inzaghi deve fare subito i conti con uno sgambetto del destino, è stata invece ratificata la contro-riforma da realizzare a Milanello dove saranno bandite richieste pittoresche (tipo tre menù diversi per le tre etnie di calciatori: brasiliani, africani, italiani ed europei) e reintrodotti metodi di allenamento classici con orari ancellottiani. Poiché attraverso l'azionista non sarà possibile rivoluzionare il gruppo sottoposto a una robusta dieta dimagrante (si dovrà passare dalle 35 unità attuali a 22 più i 3 portieri), ecco che le maggiori novità saranno costituite dal recupero di pedine “ignorate” durante i quattro mesi targati Seedorf. I primi dalle lista sono i difensori Abate, nel frattempo rinfrancato dalla convocazione mondiale, e il colombiano Zapata uscito dall'orbita milanista negli ultimi mesi per via di un capriccio (secondo Clarence non era in grado di avviare l'azione). Altro tabù infranto sarà quello di De Sciglio spostato a sinistra, sull'onda della scelta di Prandelli. Ma il recupero più atteso ha un nome e un ruolo (Giampaolo Pazzini centravanti) già scolpiti nel quaderno degli appunti riempito da Inzaghi durante le notti insonni che hanno seguito la notifica dell'incarico ricevuto (ancora ufficioso perché il club vuole prima risolvere il contenzioso con Seedorf per procedere all'annuncio). La rinuncia a Pazzini per lasciare Balotelli da solo al centro dell'attacco, senza che riuscisse ad occupare l'area, fu una dei temi tattici più dibattuti durante i quattro mesi dell'era Seedorf. Clarence ha replicato così alle osservazioni pertinenti: «Ho un solo centravanti di ricambio, me lo tengo in panchina per ogni evenienza». Nell'ipotesi, molto accreditata, di un Milan formato 4-3-1-2, Pazzini è destinato ad avere un ruolo di primo piano al fianco di Balotelli (o chi per lui).

La missione più complicata è quella passata sotto il titolo “largo ai giovani”: se ne parlò ai tempi di Allegri ma subì uno stop per la resa, discutibile, di alcuni (Saponara e Vergara i primi flop). Gabriel, in porta, El Shaarawy diamante del 4-3-3 e Cristante mezz'ala nel centrocampo sono le tre scommesse da vincere.

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