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Pirlo: "Credo in me e in una Juve modello Bayern"

"Penso di essere l'uomo giusto al posto giusto. Voglio attacco e movimento. Dybala resta"

Pirlo: "Credo in me e in una Juve modello Bayern"

Dice di essere convinto di essere «l'uomo giusto al posto giusto»: se poi si confermerà un predestinato anche in panchina, dopo esserlo stato da giocatore e dopo che tutti gli avevano pronosticato una carriera da grandissimo, si vedrà. «Credo nelle mie possibilità, ma tutto dipenderà dai risultati: la discriminante è quella».

Giorno due della Juve targata Andrea Pirlo. Con presentazione annessa: niente giacca e cravatta, ma stavolta non è un problema e nessuno gli ha chiesto come era successo a Sarri se durante le partite indosserà una tuta o cos'altro. Lo stile Juve sarà ben rappresentato comunque, perché difficilmente l'ex numero 21 rilascerà dichiarazioni sopra le righe o sconfinerà nel turpiloquio. Se poi migliorerà anche i risultati ottenuti dal suo predecessore e di chi c'era ancora prima - tanto meglio: «Siamo qui per vincere, gli obiettivi della Juve non possono cambiare. Di qui non si scappa». Bando alle ciance, allora. Anche se quelle di ieri erano attese: «È successo tutto molto in fretta, non ho neanche avuto il tempo di pensare al passaggio dall'Under 23. Quando mi hanno chiesto se me la sentissi, mi sono buttato a capofitto». Ha colto l'attimo: predestinato o no, lo si scoprirà strada facendo. «Non avremo un modulo fisso, potremo giocare a quattro o a tre. Mi piace un calcio fatto di rotazioni e di movimento, con gente che abbia voglia di attaccare e di riconquistare subito il pallone quando lo perde, divertendosi nel farlo». Che è un po' quello che vanno dicendo da qualche anno tutti gli allenatori: c'è poi chi ci riesce e chi meno. Di sicuro, il Bayern Monaco appena laureatosi campione d'Europa sarà un modello: «Quello è il calcio di oggi, giocato da una squadra propositiva che ha sempre il piacere di attaccare con tanti giocatori, tutti desiderosi di correre e di aggredire gli spazi».

La sua Juve proverà a farlo, ecco. Senza Higuain («ci siamo parlati: lo ammiro moltissimo, ma i cicli finiscono e abbiamo deciso che le nostre strade si devono separare») e probabilmente senza Khedira («vedremo il da farsi quando starà meglio») ma con Dybala: «Non è mai stato sul mercato, farà parte del progetto appena rientrerà». E se ci sono ancora dubbi sul suo essere complementare a Ronaldo, Pirlo smussa gli angoli perché «i giocatori di qualità possono giocare tutti insieme, basta avere spirito di sacrificio: più ce ne sono e più hai possibilità di vincere». Magari non sarà semplicissimo chiedere a CR7 di sacrificarsi, però chissà: «Ci siamo sentiti qualche giorno fa per salutarci. Più avanti approfondiremo gli aspetti tattici». Anche se di tempo a disposizione non ce ne sarà molto, «ma dovremo sfruttarlo al massimo. Nel frattempo, aspettando il mercato (Dzeko, Locatelli, l'esterno Bellerin dell'Arsenal), la prima cosa da fare sarà «riportare entusiasmo: bisogna confrontarsi tanto con i giocatori, renderli partecipi negli allenamenti ma soprattutto fargli entrare in testa il nuovo modo di giocare. La cosa più importante da fare adesso è parlare».

In buona sostanza, mettere in campo quell'empatia che Sarri nemmeno aiutato a dovere - ha dimostrato di possedere.

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