Pogacar, pro e contro

Per molti è il bene del ciclismo ("riempie le strade"), per altri il male ("toglie interesse"). Colnago lo promuove e svela un gesto toccante

Pogacar, pro e contro
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Il giorno dopo è come il giorno prima: un continuo parlare della grandezza di un ragazzo che ha varcato i confini del ciclismo per entrare di diritto nella storia dello sport. Il giorno dopo il quinto Lombardia consecutivo è un continuo esercizio tra ammirazione e estasi, anche se non manca chi alza il ditino per dire: no, così no.

Si va da Ernesto Colnago, 93 anni portati con la leggerezza di un bambino che torna per un giorno al luna park, a Gianni Bugno che non si diverte neanche un po' e Vincenzo Nibali che la pensa come il Maestro di Cambiago. "Mi ha fatto tornare giovane di colpo racconta il grande Colnago, che qualche mese fa ha ricevuto dal Politecnico di Milano una laurea in ingegneria meccanica -. Sabato ero lì sul traguardo di Bergamo: non potevo mancare. Ci tenevo ad essere testimone dell'ennesima impresa: è stato troppo bello. Questo ragazzo fa cose da Pogacar, perché nemmeno Merckx ha saputo farle. A proposito di Eddy, mi ha chiamato appena finita la corsa e gli ho passato Tadej che era felicissimo. E dopo essere stato premiato, Pogi è sceso dal podio con il mazzo di fiori e me li ha donati, dicendomi: Portali alla tua Vincenzina domattina. Ben sapendo che ogni mattina vado a trovarla al cimitero. Un ragazzo d'oro".

Colnago estasiato, Gianni Bugno, un po' meno. "Non si può dire che non sia un fuoriclasse, ma la sua superiorità è imbarazzante. Se devo essere sincero, non mi entusiasma nemmeno un po'. Non si può essere così superiori: appena parte finisce la corsa. Non è giusto per gli sportivi e per le squadre che competono contro di lui: partono sempre battuti. Tutto questo per voi è divertente?". A domanda, rilanciamo con altre domande: quindi dovrebbe frenare? Quindi dovrebbe far finta di perdere? Quindi la moltitudine di tifosi che, sia alla Tre Valli che al Lombardia, sono accorsi a vederlo sulle strade non capiscono niente? "Non dico questo, ma c'è una misura, quello che fa Tadej è quasi mortificante". Tutti i supercampioni, da Schumacher a Valentino Rossi, da Federer a Djokovic, da Carl Lewis a Michael Jordan lo sono "Capisco tutto, ma non amo questo genere di predominio", dice il due volte iridato, uno che quando vinceva dominando si scusava con gli avversari: in effetti è coerente.

Di parere opposto Vincenzo Nibali, vincitore di Giro, Tour e Vuelta, oltre a Sanremo e Lombardia (due). "Siamo di fronte ad un fenomeno che nasce ogni cinquant'anni e del quale si parlerà per i prossimi cento. Tadej uccide il ciclismo? Tadej allontana la gente dalle strade? Ma avete visto quanta gente c'era sabato da Como a Bergamo? Avete visto l'entusiasmo? Avete visto i bambini e i tantissimi ragazzi sulle strade? Questo fuoriclasse sta facendo cose prodigiose, anche quello di riportare al centro dell'attenzione il ciclismo. Con Evenepoel, Van der Poel e Pedersen, stiamo vivendo un ciclismo pazzesco.

Se io potessi tornare a correre in questo ciclismo? Mi tirerebbero scemo, ma se mi passate una battuta, a Tadej gli ho detto: tu sei irraggiungibile, ma al momento tu non hai vinto Vuelta e Sanremo, io sì. Lui ridendo mi ha risposto: attento che arrivo".

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