Pole Leclerc, bimbo veloce... e furbo

Sgarbo a Vettel come nel 2018. Seb nero: «Non mi ha dato la scia». Binotto: «Serve chiarire»

Pole Leclerc, bimbo veloce... e furbo

Monza È stata la pole della velocità e un po' anche della furbizia. Charles Leclerc ormai non è più solo l'uomo del futuro. Ha la faccia pulita e sorridente del bravo ragazzo, ma agisce già come un campione fatto e finito. L'attimo fuggente è sempre suo. Se vede un'occasione non se la lascia scappare. Se l'occasione poi è quella di prendersi la quarta pole stagionale, la seconda di fila, la prima davanti ai tifosi ferraristi impazziti beh non ci pensa su due volte. L'occasione fa l'uomo ladro. E l'occasione fa il campione spietato. Basta vedere la faccia di Vettel per capire che il suo umore è lo stesso di chi torna a casa per fare una sorpresa alla moglie e trova l'idraulico. L'uomo in pole doveva essere lui. Come minimo avrebbe dovuto trovarsi in prima fila. Invece non è solo dietro a Charles per la settima volta di fila, ma è dietro anche alle due Mercedes. «Non posso essere contento, non sono neppure riuscito a iniziare il mio giro. Non è andata come volevamo. Charles avrebbe dovuto essere davanti a me perché i patti erano che io gli avrei dato la scia nel primo tentativo e lui mi avrebbe restituito il favore nel secondo. Comunque sono contento della macchina, la differenza tra la pole e la mia posizione è che lui ha avuto la scia, io no». Le parole non sono durissime. Ma la faccia dice molto di più. E in serata peggiorerà, visto che verrà convocato dai giudici per verificare se nel giro buono ha superato la riga bianca in parabolica con tutte le ruote. Verifica che, per fortuna, finirà in nulla.

A questo punto la domandona della domenica è: Charles ha fatto tutto di proposito o quando la situazione si è complicata per la melina di una McLaren e delle Renault, ha capito di avere la grande occasione per approfittare della situazione neutralizzando in pratica il secondo tentativo lanciato? Charles si è semplicemente comportato come ogni grande campione avrebbe fatto. Ha approfittato della situazione. Non si è sottratto al suo compito di tirare il giro a Seb, ma quando gli è saltato davanti per andare ad aiutarlo, ormai il tempo stava scadendo e alla fine il gruppone è arrivato sul traguardo che il semaforo era già rosso (lui in realtà ce l'aveva fatta per un pelo, ma ormai era in pole).

Un anno dopo il grande pasticcio Vettel-Raikkonen con la Ferrari sbagliata in pole, si è quasi ripetuto lo stesso scenario. Con una grande differenza: Leclerc è il pilota su cui puntare per vincere in questo momento e quindi alla fine non c'è un danno concreto (se non aver aperto la prima fila a Hamilton).

La sensazione è che questo possa però diventare il giorno della frattura all'interno della coppia perfetta. Vettel e Charles che a parole vanno perfettamente d'accordo, sono destinati a veder scoppiare la coppia. Perché non è possibile che un giovane rampante ed emergente vada d'accordo a lungo con un vecchio campione in fase calante. Do you remember Senna e Prost? Tutto cominciò da un'incomprensione a Imola Ci vorrà tutta la diplomazia di Binotto («servirà chiarire quanto avvenuto») per tenere unita la coppia. Va detto che il piano studiato per le qualifiche avrebbe dovuto portare Vettel in pole e quindi far restituire a Charles il favore ricevuto a Spa. Insomma. tutto era stato studiato per non rompere l'equilibrio.

A far saltare il disegno di pace, come solo certi tweet di Trump riescono a fare, è stato il colpo di follia di Hulkenberg, Stroll e Sainz che nel giro finale hanno creato un ingorgo da bollino nero (e finiti sotto osservazione). Nessuno è riuscito a iniziare il secondo giro lanciato. La gente in tribuna e in tv ha perso una bella fetta dello show. Ma ai ferraristi in fin dei conti poco importa. Quel che conta è che là davanti ci sia una Rossa.

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