Politano all'ultimo respiro Questa Italia non è Usa e getta

Come in Polonia vince nel recupero: il gol resta un problema Provato il Var e Ceferin ci pensa per gli ottavi di Champions

Politano all'ultimo respiro Questa Italia non è Usa e getta

L'Italia saluta l'infausto 2018 (simile al 2010 per numero di vittorie ottenute, appena tre in 11 partite, tutte conquistate nell'era di Roberto Mancini) con una squadra sperimentale che conferma un gioco ritrovato, altri tre debuttanti - tra cui il primo Millenial della nazionale maggiore azzurra, il Moise Kean con zero minuti in serie A in stagione - e che trova il gol all'ultimo tuffo. Politano entra e decide nel recupero, una rete pesante come quella di Biraghi in Polonia che ci ha evitato l'onta di una retrocessione nella B della Nations League. La truppa azzurra ci ha provato in tutti i modi, con lanci filtranti su palla inattiva e qualche cross, evidenziando la poca concretezza sotto porta pur cambiando gli interpreti dell'attacco. E a segnare è stato l'esterno interista inserito sette minuti prima in una linea offensiva che per una sera ha offerto più ombre che luci. Tre gli errori di Lasagna, promosso titolare più per mancanza di alternative che per meriti particolari, altrettante le parate del portiere Usa Horvath che sventa le conclusioni di Bonucci, Berardi e Grifo. Poi il colpo sotto porta di Politano che regala un sorriso ai 13mila italiani accorsi alla Luminus Arena e a Mancini. «Mi sarebbe dispiaciuto non fare gol per i miei giocatori e per chi era venuto a vederci», così il ct alla fine. Soddisfatto per la risposta dei suoi («questo gruppo non aveva mai giocato insieme, difficile pensare a una prestazione continua per 90 minuti») e che guarda al bicchiere mezzo pieno, Ovvero ai debutti positivi di Sensi, ordinato in fase di regia, dell'italo-tedesco Grifo, attivo nella fase offensiva, e di Kean che senza paura fa a sportellate nell'intasata area americana. Passaggi importanti nella costruzione del gruppo che inizierà a marzo il cammino per conquistare un posto all'Europeo.

E insieme al gol ritrovato, seppure con grande fatica, c'è anche il dato di una difesa diventata insuperabile: terza partita senza subire gol (ieri bene anche Sirigu, impegnato da un solo tiro pericoloso). C'è minore intensità rispetto alla gara con il Portogallo forse perché mancano tanti titolari (appena 4 le conferme). La pochezza degli avversari, in chiara fase involutiva, sono però un punto a nostro sfavore: se nelle ultime quattro gare abbiamo creato una trentina di palle gol, segnando però appena tre volte, non è solo questione di sfortuna come dice Mancini.

Nel giorno in cui l'Uefa testa il Var per la prima volta, da Bruxelles c'è l'apertura del presidente Ceferin per l'introduzione dell'ausilio tecnologico già dagli ottavi di Champions League: «Ci sono da valutare due aspetti: quello arbitrale e quello tecnologico, nell'arco di una settimana faremo una valutazione complessiva. Diciamo che al più tardi verrà introdotto nella prossima stagione».

Ieri non è servito (solo un silent check della squadra turca capitanata da Çakir per un presunto fallo su Berardi in area, giusta la decisione di non intervenire). Ultima buona notizia, il pari tra Portogallo e Polonia. Germania nelle teste di serie e quindi non sarà una nostra avversaria nel sorteggio dei gironi per Euro 2020.

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