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"Porterò Yamaha al top. E non ho bisogno dell'aiuto di Valentino"

MotoGp, intervista a Fabio Quartararo (Yamaha). È colpa di questo piccolo diavolo francese se dopo 20 anni Rossi è senza una moto ufficiale

"Porterò Yamaha al top. E non ho bisogno dell'aiuto di Valentino"

«Tutto o niente». Riassume così Fabio Quartararo la sua stagione e quella di Yamaha. Il favorito di questo mondiale orfano di Marc Marquez, a lungo leader con tre vittorie, è sprofondato 5° in campionato a -46 punti dal neocampione del mondo Joan Mir. Domenica, sulla pista tutta saliscendi di Portimao, il francesino della Yamaha Petronas, il predestinato a sostituire Valentino Rossi nel Team factory il prossimo anno, scenderà in pista per l'ultimo appuntamento della stagione con un unico obiettivo: tornare a divertirsi. Quarto ieri nelle libere dominate da Zarco, Vinales e Aleix Espargaro, Quartararo appare sereno.

Come si affronta l'ultima gara di una stagione in cui c'erano tutte le premesse per un lieto fine?
«Con il sorriso. È tanto che non mi diverto sulla moto e Portimao sembra perfetta per farlo e per iniziare a lavorare al 2021. Voglio cercare di cambiare in me tutto quello che non è andato quest'anno. Lavoreremo anche sul setup perché vorrei chiudere la stagione con un buon feeling. La posizione in campionato è l'ultima cosa a cui penso. Se mi divertirò, andrò anche forte».

Il prossimo anno sarà un pilota ufficiale, di fatto ha tolto il posto a Vale che non era in un team satellite da 20 anni. Considerato che i motori saranno congelati, vorrebbe vedere ancora coinvolto Rossi nello sviluppo?
«Voglio dare il mio contributo a Yamaha con l'obiettivo di portare me stesso e la moto al top. Spero che Yamaha mi ascolti. Sarà importante lavorare bene in inverno e nei test invernali. Quanto allo sviluppo, ci siamo io, Viñales... Quando ci sono troppe persone coinvolte è più facile fare confusione».

A Jerez sembrava imbattibile, poi cosa è successo?
«Abbiamo vinto 3 gare quindi c'era il potenziale per fare bene, ma questo è stato un anno troppo irregolare per me e per Yamaha. Tutto o niente. Dopo la doppietta di Jerez, abbiamo avuto un periodo difficile e diversi problemi tecnici. Avevo grandi aspettative per la M1 factory, ma in realtà non c'è stato il salto sperato».

Come descriverebbe la M1?
«È più nervosa rispetto a quella del 2019 con la quale Morbidelli ha conquistato 3 vittorie. Anche quando abbiamo vinto, non mi sono mai sentito veramente comodo. Mancava qualcosa».

Mir Mondiale?
«È stato una sorpresa, soprattutto perché aveva iniziato con due cadute e un 5° posto. La svolta è arrivata col podio in Austria e da allora è stato il più costante, ma anche molto veloce».

E Morbidelli in lotta per il 2° posto?
«Sono contento per lui e per il team. Per un momento è stato in lotta con me per il titolo. Da non sottovalutare».

Quando ha detto addio alle speranze per il campionato?
«A Valencia-1. Sono partito carico nonostante il caso Yamaha sulle valvole, poi Aleix Espargaro è caduto giusto davanti a me. Sono stato costretto a frenare forte e sono caduto».

È stata una stagione intensa, cosa farà rientrato a casa?
«Continuerò ad allenarmi, ma voglio staccare la testa per tornare più forte di prima».

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