Leao, critiche, fascia, gol. Ma è un diavolo sotto stress

Il portoghese debutta come leader della squadra e risponde alle polemiche col gol vittoria. Ma Pioli: "Troppa negatività attorno a noi"

Leao, critiche, fascia, gol. Ma è un diavolo sotto stress
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Milano - Milan, tre punti e niente più. Anzi no: qualcosa da regalare ai 71mila di San Siro c'è stato in apertura. Naturalmente è la perla di Rafa Leao, al debutto da capitano, con la quale il portoghese, finito al centro di un pittoresco dibattito, ha deciso il quarto successo su 5 e cancellato ogni ansia tradita nella circostanza da una striscia di eventi contrari. Pulisic e Giroud hanno recuperato da perfetti operai specializzati un pallone a metà campo trasformato dall'artiglio del francese in un lancio delizioso per il portoghese. Leao l'ha trasformato in un gioiello di gol: corsa leggera e sinistro chirurgico nell'angolo lontano. Non sarà ancora all'altezza di Mbappé questo ragazzo pieno di talento ma non è nemmeno da accostare per scherzo a Balotelli. Sta studiando da Leao. Le premesse di Milan-Verona sono state avvilenti. Per cominciare il pomeriggio è iniziato con la bomba d'acqua e relativa grandinata piombata su Milano: prato di San Siro allagato e perciò rinvio di 25 minuti per l'inizio della sfida. Poi gli squallidi fischi durante il minuto di raccoglimento dedicato al presidente Napolitano e al milanista doc Giovanni Lodetti da parte degli ultrà dell'Hellas, zittiti dal resto dello stadio. Infine le assenze (nel Milan mezza difesa fuori uso: Kalulu più Calabria e Theo Hernandez) con il successivo infortunio di Krunic hanno reso indispensabile il ricorso a un sistema di gioco diverso (3-4-3). Non solo. Nel finale, per mancanza di alternative, Pioli ha fatto debuttare Bartesaghi (classe 2005), esponente della primavera di Abate: la prova del 9 dell'emergenza.

Per una curiosa legge del contrappasso proprio la gendarmeria allestita da Pioli («troppa negatività attorno ai giocatori...» il suo affondo a fine gara) ha lavorato con grande sicurezza: Kjaer ha diretto a modo suo il drappello, Tomori e Thiaw han vinto molti duelli, Florenzi è stato il più utile nella versione di centrocampista aggiunto ricalcando il ruolo inedito di Calabria. Infine Sportiello, il sostituto di Maignan, ha fatto il suo dovere nell'unica occasione in cui il Verona ha costruito una golosa occasione di gol (cross di Terracciano per il colpo di testa di Folorunsho). Quest'ultima mossa del celebrato mercato rossonero ha prodotto una evidente differenza rispetto alla stagione passata nella quale Maignan è rimasto assente 4 mesi e Tatarusanu non ha mai convinto né critica e nemmeno il team. Durante la ripresa, con gli spazi scavati alle spalle del Verona, il Milan ha avuto le migliori occasioni per chiudere in cassaforte il risultato: Pulisic e Musah hanno esaltato il colpo d'occhio e l'esplosività di Montipò. Alla contabilità della prova di ieri bisognerà aggiungere la notizia dell'ennesimo acciacco muscolare toccato a Krunic (flessore coscia destra), giunto alla 8a prestazione consecutiva (5 di campionato, 1 di Champions, due di nazionale).

Di questo passo nemmeno una rosa di 30 elementi può risultare utile a centrare gli obiettivi del club. Un solo rimprovero dedicato a Baroni, il tecnico del Verona. Comincia senza un vero attaccante centrale e finisce, a pochi minuti dai titoli di coda, con due torri (Bonazzoli e Djuric). Forse doveva pensarci prima.

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