«Una disgrazia tutti sanno cos'è. É una cosa che lascia senza difesa». Firmato Alberto Camus, anno 1942. Ecco una chiave di lettura per capire cosa succede alla difesa del Milan: è una vera disgrazia. Che lascia senza parole Allegri, Galliani e il popolo dei tifosi rossoneri, tutti traditi da infortuni (De Sciglio, Bonera, Silvestre), crisi isteriche (Mexes), clamorosi flop (Zaccardo e il baby Vergara) e rendimenti al di sotto di ogni previsione (Abbiati). Le disgrazie del Milan, adesso si può aggiungere, non finiscono mai, come gli esami. E perciò rappresentano il vulnus sul quale nessuno sembra in grado di intervenire. Anche al ritorno dalla Francia, dopo la figuraccia col Caen, serie B francese (0 a 3, un palo, una traversa e almeno 4 parate di Gabriel, il portierino brasiliano), le parole di fuoco pronunciate dal livornese hanno fatto da corollario all'amichevole (valore 500 mila euro di sconto sul prezzo di Niang) e rilanciato l'allarme per l'immediato futuro. Udinese, Barcellona e Parma è una sequenza terribile, può incenerire invece che rilanciare le speranze di rimonta.
I numeri hanno una prodigiosa qualità: raccontano la verità senza lasciarsi manipolare. Eccoli: 13 gol fatti e 13 subiti, troppi quest'ultimi, sembra una squadra allenata da Zeman invece che da Allegri. 13 gol fatti avendo fuori per tre turni Balotelli, la sua freccia più acuminata possono bastare. Lo stesso gruzzolo della Fiorentina, una rete appena sotto la perfomance della Juve. Mica male. Non è quello il problema, allora. Nella classifica delle difese bucherellate invece quella rossonera si ritrova in compagnia di Chievo e Samp, peggio han fatto solo Sassuolo e Bologna, insomma resa da zona retrocessione. I 13 gol subiti sono l'altra faccia della medaglia: 3 sconfitte su 7, troppe. E tutti quei gol hanno un comune denominatore: presi da palla inattiva, da calcio d'angolo o su punizione, fate voi, o ancora da fallo laterale. «É una questione di attenzione e di tensione» continua a ripetere Allegri che pure ha al suo fianco Tassotti, uno che può salire in cattedra quando si discute di difesa. Altro dettaglio: la strage di difensori ha reso indispensabile l'utilizzo di Zapata e Mexes, senza poter concedere loro nemmeno un turno di riposo, così da ritrovarseli spolpati e logori. E magari capaci di reazioni isteriche che adesso hanno messo in ginocchio il Milan. Perchè Zaccardo ha fallito la prova in Francia, Bonera non è ancora a puntino e il colombiano potrebbe tornare solo giovedì dalla Colombia. Come si fa a prendersela solo con Allegri?
Anche la questione portiere è un dibattito aperto dentro e fuori Milanello. Abbiati ha collezionato molti errori, inframezzati da parate prodigiose, segno che non è una questione di forma. Le speranze mai confessate erano tutte puntate sul giovane brasiliano Gabriel, reduce pure da un infortunio alla spalla. Si è rimesso in piedi, è molto promettente ma bisogna avere un coraggio da leoni per decidere, all'improvviso, di pensionare Abbiati e spalancare al brasiliano la porta da titolare. Adesso è arrivato Rami, dal Valencia. Secondo Gallas, francese come lui, un buon difensore: potrà giocare solo a gennaio (quando arriverà anche Honda, contratti siglati, impossibile tornare indietro, nonostante il tentativo del Tottenham), potrebbe essere già molto tardi. Ma l'arrivo di Rami è il riconoscimento pubblico di un paio di errori estivi: Vergara e Silvestre. «Serve un cambio di rotta e di atteggiamento» è la conclusione amarissima di Allegri, depresso più dalla povera cifra tecnica dei suoi che dai 3 gol subiti (2 dei quali in contropiede classico) anche in amichevole.
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