Pronti a tutto. Parte un altro Mondiale

Il mondiale, dunque, fa sul serio, nessun calcolo, si gioca per vincere e basta

Pronti a tutto. Parte un altro Mondiale

L'ultima di Sampaoli riempie la pancia e la bocca di molti docenti del nuovo football: Lionel Messi falso nueve, sarebbe centravanti arretrato. Questo dovrebbe significare, anzi significa, la bocciatura, ennesima, di Gonzalo Higuain, destinato a essere superato anche da Pavon. L'Argentina ha capito che contro la Francia si fa sul serio ma anche la Francia ha studiato nei minimi particolari la partita che la nazionale sudamericana ha giocato e perso con la Croazia. La questione che affligge, si fa per dire, Deschamps è il controllo di Messi, proprio alla luce della lezione contro i croati. Tenerlo lontano dall'area di rigore è la soluzione più logica ma per realizzarla occorrono centrocampisti capaci di impegnare continuamente l'avversario, di non dargli ossigeno per pensare e organizzare il contropiede. Sono fuori Mendy e forse Hernandez, la formazione è ancora aperta fino all'ultimo secondo.

Francia e Argentina non stanno benissimo, almeno rileggendo le prestazioni mondiali, ma tra le due è la Francia, a prescindere, a giocare il football migliore, il più rapido e esteticamente più fascinoso. Quarant'anni fa si affrontarono nel mondiale argentino, Platini segnò addirittura di sinistro, Six sbagliò un gol enorme, Kempes giocò una partita magistrale, Passarella su rigore e Luque consegnarono la vittoria all'albiceleste.

Per Michel Platini l'Argentina è entrata nel mondiale dopo la vittoria sulla Nigeria, voluta, cercata, ottenuta con la rabbia di chi temeva la disfatta sul campo e nell'intera nazione. La Francia, di contro, non è ancora entrata in Russia, l'ultimo pareggio con la Danimarca le ha dato la promozione ma nulla ha aggiunto a una pagella complessivamente anonima, Deschamps per tre volte ha sostituito Griezmann, qualcosa vorrà dire, di strano e di incerto. Dunque se la Francia non entrerà con la testa in partita saranno dolori a Parigi e fiesta grande a Baires, come quel sei giugno del '78.

Il mondiale, dunque, fa sul serio, nessun calcolo, si gioca per vincere e basta, il biscotto appartiene al passato prossimo, anzi remoto,

Uruguay-Portogallo è un'altra sfida tosta, dopo l'eliminazione dei campioni del mondo sarebbe incredibile assistere alla bocciatura dei campioni d'Europa. Ma questo mondiale ci sta abituando a tutto, tra un Var e l'altro.

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