Il rumore dei motori è stato come il fischio dellarbitro al centro di un intero stadio che gli urla contro. Si è sentito, ma è subito scomparso. Il rumore delle F1 accese ieri in quel del Bahrain è stato un fischio avvertito di mattina e pomeriggio, ma nessuno lha veramente sentito. Perché giovedì 15 feriti fra i manifestanti, perché ieri in cinquemila sono di nuovo andati in piazza, perché unimportante via di collegamento è stata bloccata, perché un gruppo internazionale di hacker, Anonymous, ha mandato in tilt il sito ufficiale della F1 (www.formula1.com). E ancora: perché la Force India «per questioni logistiche» non ha disputato le seconde libere così da spedire i suoi uomini in albergo col sole ancora alto, evitandogli il tragitto notturno e il rischio delle molotov come accaduto la sera prima. E perché i colleghi Sauber, la stessa sera, avevano incontrato «uomini mascherati che protestavano lungo la direttrice circuito-città». E soprattutto perché ha parlato il principe Al-Khalifa e con lui ha parlato il principe del Circus, Ecclestone.
Ma prima delle rivolte, di sciiti e sunniti, di libertà negate e prudenze ignorate, prima un accenno veloce al fischio stonato dei motori accesi e alle macchinette in pista. La giornata va archiviata con il vincitore dellultimo Gp, Rosberg, davanti a tutti e preoccupato «perchè qui il surriscaldamento delle gomme della mia Mercedes è peggio che mai». Se fosse così anche in gara, non potrebbe dominare come in Cina e sentitamente ringrazierebbero le McLaren ieri un po indietro e le Red Bull di nuovo un po avanti e, massì, anche le Ferrari molto indietro. Alonso 8° ha detto: «Serve tanto lavoro, ci manca aderenza» (Massa 12°).
Spente le macchinette, parola, dunque, al principe Salman bin Hamad Al-Khalifa, erede al trono della famiglia sunnita che regna sul piccolo paese a maggioranza sciita e che da un anno e mezzo a questa parte si sta distinguendo per libertà negate, arresti facili, verdetti dergastolo facilissimi, giornalisti rispediti a casa e visti negati. Al Khalifa ha detto: «La cancellazione del Gp renderebbe solo più forti gli estremisti. Non siamo perfetti, però penso davvero che la corsa possa avere effetti positivi: perché tante persone diverse vengono unite dalla F1». E ancora: «Il Gp ci permette di celebrare la nostra nazione in modo positivo... Ci sono persone che vogliono creare caos, cè una sostanziale differenza tra la protesta per i diritti politici e i disordini. Quello che è accaduto agli uomini della Force India era in realtà un attacco alla polizia. È stato un atto pericoloso e totalmente ingiustificato. Ma la F1 non si è trovata in pericolo». Quindi parola al patron del Circus, Bernie Ecclestone. Punto primo: «Abbiamo un accordo e per questo siamo qui»; punto secondo, Bernie ha individuato il colpevole di tutto: la stampa. «A voi piace da impazzire. Serve un terremoto o qualcosa del genere, così potete scrivere di tutto questo. Voi volete una storia da raccontare e questa è una buona storia: se poi non cè nulla, voi gonfiate le cose».
twitter:@bennycasadei
I TEMPI DELLE LIBERE
1. Rosberg Mercedes 132.816;
2. Webber Red Bull 133.262;
3. Vettel Red Bull 133.525;
4. Hamilton McLaren 133.747;
5. Schumacher Merc. 133.862;
6.
7. Kobayashi Sauber 134.411;
8. Alonso Ferrari 134.449;
9. Grosjean; 10. Perez;
11. Ricciardo; 12. Massa Ferrari 134.941; 13. Raikkonen
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