Superare una batosta come un'eliminazione europea dopo aver giocato una buona partita non era semplice. Figuriamoci se di fronte c'era il Sassuolo di Di Francesco, già collaboratore di Spalletti in giallorosso 11 anni fa e ora individuato come uno dei possibili successori del tecnico toscano, squadra fino a ieri imbattuta all'Olimpico.
Tra i tifosi della Roma il dibattito è più sul futuro (Spalletti resta o non resta?) che sul presente, legato alla difesa del secondo posto - riuscita ancora ieri con un successo che ha replicato il colpo del Napoli a Empoli, con i giallorossi tornati a vincere all'Olimpico in campionato dopo un mese - e alla rimonta nel derby di Coppa Italia. Il dg romanista Baldissoni assicura che la decisione di proseguire il rapporto sarà presa con serenità e che il presidente Pallotta (ieri presente in tribuna) ha già incontrato il mister a Trigoria e lo rivedrà in questi giorni. La sensazione è che il tormentone andrà avanti ancora per un po'.
La vittoria riporta comunque una notte di serenità e alcune certezze come le reti di Dzeko (31 in stagione, una meno della migliore annata di Totti) o quelle di Salah (arrivato in doppia cifra realizzativa come nello scorso campionato) o la poca lucidità del reparto difensivo che concede ancora un gol agli avversari oltre all'appannamento di Nainggolan che da qualche partita sembra essere in debito di energie psicofisiche.
C'è un Olimpico meno pieno e partecipe rispetto alla sfortunata serata europea di giovedì scorso, quasi che sui tifosi sia calato una sorta di pessimismo sulle sorti di questa stagione. E anche la squadra ne risente, complice l'atteggiamento propositivo del Sassuolo. In più c'è un fuori programma curioso, legato all'invasione di uno stormo di gabbiani che volano sopra le teste di giocatori e spettatori.
Il primo tempo è vivace ma anche pieno di errori, tanto che nei venti minuti iniziali si potrebbe assistere a un gol in ogni azione. La squadra di Spalletti gioca senza un attaccante di ruolo, rinunciando per un'ora a Dzeko come a Palermo e schierando di fatto due punte atipiche come Salah ed El Shaarawy con Nainggolan alle loro spalle. Il Sassuolo è insidioso nelle ripartenze con il movimento dei tre giocatori offensivi che manda in crisi la difesa giallorossa. Lo testimonia il gol che rompe l'equilibrio: cross di Berardi, velo di Politano e sinistro sotto la traversa di Defrel. Sì, proprio l'oggetto del desiderio di Spalletti e della Roma nel mercato di gennaio che il ds del Sassuolo Carnevali ha però bloccato. Il francese d'origine martinicana crea difficoltà ogni volta che ha la palla sul piede e quando per un guaio fisico dovrà lasciare il campo, la Roma tirerà un sospiro di sollievo.
I giallorossi in sofferenza si affidano alle giocate individuali. Splendido il gol dal limite di Paredes che ristabilisce la parità, potente il tiro di Emerson che si stampa sulla traversa, ma Politano e Defrel arrivano spesso con pericolosità dalle parti di Szczesny. Sul piano del gioco meglio il Sassuolo che però manifesta qualche lacuna difensiva di troppo. Come dimostra il gol di rapina di Salah che manda la Roma in vantaggio all'intervallo, un vantaggio che pare rianimare tifosi e squadra da una serata di quasi torpore.
L'ingresso di Dzeko nella ripresa dopo un predominio territoriale del Sassuolo porta beneficio alla manovra offensiva giallorossa.
La Roma opta per il 4-3-3 e il bosniaco, alla seconda occasione capitatagli, va in gol. A Palermo erano trascorsi 12 minuti dalla sua apparizione in campo alla rete personale, ieri solo otto. E con il suo sigillo, la partita va praticamente in archivio.
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