
La cosa bella nascosta nelle sgasate qatariane del Vale Rossi è che non è stata mica la sua gara più bella. E neppure un capolavoro. E nemmeno una di quelle imprese che dici non l'aveva mai fatta così. Al contrario. Il Vale Rossi ha toppato le qualifiche pasticciando sui tempi e finendo nel traffico che nemmeno al debuttante Marquez è successo. È partito a palla come di solito lui non fa mai e ha subito dimostrato di non essere un habitué di certi avvii. Da settimo si è ritrovato quarto e poi di nuovo settimo. Opplà. Tutto da rifare. Solo che dopo gli errori è puntualmente iniziato un Rossi show di battaglie e rimonte e pieghe e corpo a corpo e tutto è diventato più bello. Il suo secondo posto come anche la vittoria di Lorenzo. Che senza di lui sarebbe stata solo... una vittoria.
Questo per sottolineare che se Valentino pasticcia è l'anima del motomondiale; se Valentino fa l'impresa è l'anima del mondiale; se Valentino toppa è l'anima del mondiale; e se Valentino monta in sella alla moto sbagliata e non si raccapezza per due anni il mondiale perde l'anima. Infatti ci ricordiamo di Stoner e del titolo vinto nel 2007 perché trionfò contro Valentino. E non ci ricordiamo quasi di Stoner iridato sulla Honda due anni fa perché era come se Rossi non ci fosse visti i problemi Ducati. E così la passata stagione. Con Lorenzo. Nel 2012 Jorge ha corso da Dio. Ma l'assenza di un Rossi competitivo ha rovinato in gran parte la bellezza di quel titolo. Anche per questo, da campione qual è, Jorge ha accolto il ritorno di Valentino in Yamaha non come una condanna ma una possibile consacrazione. La sua. Perché l'aveva battuto nell'anno degli infortuni; e l'aveva ribattuto nell'anno della sfortunata accoppiata Rossi&Rossa. Quindi non lo aveva veramente battuto.
Tutto questo soprattutto per sottolineare che è l'intero mondiale a dover correre ai ripari. Non per battere Rossi, ma per investire su una alternativa a Rossi. Giusto per non farsi trovare impreparati come nei due anni ducatisti. Valentino una volta regolati un paio di conti col motodestino saluterà tutti quanti e andrà ad abbronzarsi sulla spiaggia di Cattolica. Per allora il motomondo dovrà aver individuato il modo di sopravvivere al grande campione. Lo sanno tutti e lo sa il Vale. Che forse anche per questo esalta Marquez e dice di rivedersi in lui e così facendo accende i fari sul ragazzo come a dire ecco, è su di lui che dovete investire. E infatti «devo riuscire a fregare Marquez qualche altra volta, perché è uno bravo e non sarà facile batterlo più avanti... impara in fretta» ha detto. Sì, Marc dovrà imparare in fretta dal maestro e suo idolo. Dovrà apprendere non solo a vincere - quello ce l'ha nel sangue - ma a emozionare vincendo. Che poi è la differenza che passa tra un attore e una star. Entrambi conoscono la parte a memoria, ma uno regala emozioni. Non a caso, in una serata televisivamente bulimica, con due posticipi doc di calcio, Italia 1 ha registrato un aumento di 200.000 spettatori sul 2012.
L'altra cosa bella nascosta nelle sgasate notturne in Qatar sono i molti pensieri che hanno attraversato tifosi e no del Dottore. I pensieri disintegrati di quelli che lo avevano dato per bollito «perché quel decimo che paga in qualifica da Lorenzo non lo recupererà in gara»; o quelli che «a 34 anni ha meno voglia di rischiare»; o quelli più romantici che «dopo il tragico incidente del suo amico Simoncelli non potrà mai più essere lo stesso in pista». Pensieri e motoriflessioni rispedite al mittente. Tranne una. La più semplice. Quella che anche in un giorno di esaltazione come questo non va scordata: con la Ducati il Vale ha fallito. Quella resta la sua sconfitta. E gli darà fastidio per sempre.
Anche per questo papà Graziano a Eurosport ha detto: «A livello umano questo risultato è il più importante della sua carriera... Quanto successo negli ultimi due anni avrebbe atterrito chiunque».POLEmicamente
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