Immedesimarsi non è semplice. Non lo è capire. La conferenza stampa convocata per fare il punto sul suo percorso di cure insieme ai medici del Sant'Orsola, Sinisa Mihajlovic è diventata un rimprovero alla propria squadra: «Mi sarei aspettato di più dal mio Bologna. Ho lottato ogni giorno e fatto cose che nessun altro avrebbe fatto, sono stato presente con 40 di febbre. Sempre. Tutti i giorni ho fatto sacrifici. Nonostante tutto sono incazz... nero per i risultati, l'atteggiamento e il gioco. Da adesso in poi i ragazzi devono dare il 200%».
La squadra deve dimostrare carattere, prendendo spunto dal proprio tecnico che ha affrontato con orgoglio e forza. «Voglio dire a tutti i malati di leucemia che non c'è da vergognarsi ad avere paura, a piangere, ma che mai devono perdere la voglia di vivere. In questi quattro mesi difficili ho conosciuto medici straordinari, infermieri che mi hanno curato, sopportato e supportato». Mihajlovic sta rispondendo bene alle cure, ma il percorso è ancora lungo. Ha una vita limitata, proprio perché non può esporsi a nessun rischio. Eppure lui non si tira indietro. Ha diretto l'allenamento, tutto quel che può fare lo fa. Anzi, lo vive. «Ho paura, ma proprio per questo rigo dritto, senza andare oltre il limite che al momento mi è consentito. Per la prima fase di chemio sono dimagrito 13 chili. Adesso prendo 19 pastiglie al giorno, sono dei bomboloni grossi così. Io spero di diventare un uomo migliore. Nella mia vita precedente non avevo pazienza, adesso sì».
Ha trovato forza anche nel calcio, nel Bologna. Restare in carica gli è servito per non stravolgere ulteriormente la propria esistenza. È rimasto aggrappato al lavoro per convincere anche se stesso di riuscire a contrastare la malattia. Debilitato si, ma non rassegnato. Mai. «Quando sono uscito dall'ospedale mia moglie, che ha più palle di me, ha postato una foto con una frase di Eros Ramazzotti, più bella cosa non c'è. Oggi voglio usare una frase di Vasco Rossi. Io sono ancora qua, e lo sarò ancora». Proprio per non pensare solo alla malattia Mihajlovic ha perfino intavolato la trattativa per portare Ibrahimovic a Bologna. Sarebbe un colpo eccezionale. «Ci siamo sentiti una decina di giorni fa, vediamo... Lui è interessato, se viene lo fa per me, ma capisco che ci sono altre soluzioni. Al momento è tutto in stand by».
Capire la voglia che Mihajlovic ha di vivere il calcio non è facile, immedesimarsi nella sua situazione è impossibile. Ma i suoi giocatori devono prendere spunto dal suo ruggito. Devono combattere, affrontando anche la paura. Loro, tutto sommato, come avversario hanno solo altri 11 uomini in calzoncini...
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