Raducanu, la regina multietnica nata dal nulla

Diciamolo: è un po' come aprire la finestra di una stanza chiusa da tempo

Raducanu, la regina multietnica nata dal nulla

Diciamolo: è un po' come aprire la finestra di una stanza chiusa da tempo. Che Emma Raducanu abbia vinto gli UsOpen è una storia che si spera faccia bene al tennis femminile, malato di visibilità e di talenti, aggrovigliato nelle turbe mentali di Naomi Osaka. L'albo d'oro parla chiaro: negli ultimi dieci Slam ci sono state nove vincitrici diverse - solo Naomi ne ha vinti due - e ci sono nomi che arrivano e poi spariscono in un amen. Per esempio: ricordate chi ha trionfato quest'anno a Parigi? (Risposta: Barbora Krejcikova). Intanto però godiamoci la ragazza che ha riscritto i libri del tennis come prima qualificata a vincere a New York. Infilando dieci match senza perdere un set e approfittando di un tabellone che non ha avuto lo stesso peso di quello della sua avversaria Leylah Fernandez. La finale (finita 6-4, 6-3) è stato il trionfo della gioventù e dell'integrazione: la diciottenne Emma infatti che diventa la prima britannica a vincere uno slam dal 1977, anno in cui Virginia Wade si prese Wimbledon in realtà è nata a Toronto, da padre rumeno e madre cinese; Leylah invece, che di anni ne ha 19, è di padre ecuadoriano e mamma filippina. Praticamente il giro del mondo, la vera novità visto che in campo si è poi visto il solito tennis muscolare e poco fantasioso di questi tempi.

Ma pazienza (per ora): la Raducanu da numero 155 del mondo entrerà nelle Top 40 e poi gli annali ricordano che l'ultima finale a così basso numero di anni l'avevano giocata Serena Williams e Martina Hingis. Era l'11 settembre prima dell'Undici Settembre. Ventidue anni precisi dopo, per il tennis femminile potrebbe essere il giorno da cui rinascere.

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