Ranieri, Miha, Fonseca. Ibra è in bocca a tutti

L'allenatore della Samp che lo affronta oggi: «Brutta sorpresa nella calza...»

Ranieri, Miha, Fonseca. Ibra è in bocca a tutti

Che tu ce l'abbia in squadra o meno, poco importa: la presenza di Ibrahimovic non passa mai inosservata. Ma mentre Pioli se lo può godere e potrà contare su di lui per la complicata rimonta europea, gli altri allenatori devono correre ai riparti per cercare di fermare i colpi di genio e di taekwondo del fenomeno svedese. Tra questi, toccherà a Ranieri l'onere e l'onore di dargli il bentornato nel nostro campionato domani a San Siro. Anche perché Ibra, molto probabilmente, partirà tra gli undici titolari: in allenamento e in partitella ha infatti già dimostrato di essere in palla e Pioli non ha intenzione di rinunciarci.

Con Zlatan in campo sarà quindi una calza della Befana molto gradita per i tifosi rossoneri. Non può dire lo stesso, invece, il tecnico della Sampdoria: «Troverò Ibrahimovic e non è una bella sorpresa - ci scherza su Ranieri -. Porterà entusiasmo e mentalità vincente ad una squadra caparbia e che avrà nella spinta del Meazza un'arma in più: servirà una grande prova».

Ma la grandezza di Zlatan è tale che anche altri allenatori si son visti costretti a parlare del suo clamoroso ritorno. «È un grandissimo giocatore. È sempre positivo averne così, è importante anche per la visibilità che porta», così Fonseca, tecnico della Roma. E pensare che, per un istante, invece che sotto la Madonnina, Ibra avrebbe potuto passeggiare sotto la Torre degli Asinelli. Il Bologna del suo caro amico Mihajlovic, infatti, l'ha seguito per settimane: «Mi dispiace che non sia arrivato, perché penso che qui si sarebbe divertito di più - ha confidato Sinisa a Sportweek -. La squadra avrebbe giocato al suo servizio ma non ho nulla da rimproverargli».

Il tecnico rossoblu, però, l'ha già perdonato: «Mi aveva detto che se avesse scelto Bologna lo avrebbe fatto per me, ma poi contano anche le scelte familiari e altre componenti. Ibra mi ha chiamato prima di decidere, è stato di parola e resta un caro amico. Vorrà dire che mi toccherà batterlo sul campo...».

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