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Un Real Benevento spaventa la Juve

La difesa di Allegri balla ancora. Ma Dybala si consola con una "piccola" tripletta

Un Real Benevento spaventa la Juve

«Juventus, abbiamo un problema». Dalle parti di Vinovo è questo il messaggio recapitato direttamente da Benevento. Perché i tre punti non possono nascondere le difficoltà contro l'ultima della classifica, con i sessantacinque punti di differenza tra le due squadre al fischio d'inizio «cancellati» per oltre un'ora. La missione scudetto della Signora potrebbe dunque avere un problema. Perché se Cheick Diabaté si veste da Cristiano Ronaldo e segna una doppietta rimontando per due volte la capolista, vuol dire che qualcosa non sta funzionando. E i campioni d'Italia la sfangano solamente perché il Benevento non è il Real Madrid e alla lunga qualche ingenuità la commette come in occasione dei due rigori, il primo grazie al Var, trasformati da Dybala che riportano avanti la Juventus, dopo il vantaggio iniziale sempre della Joya. Insomma la Juventus ha dovuto vincerla tre volte questa partita. E parlando della Joya ci sono triplette e triplette, questa per il numero dieci bianconero è un contentino dopo la notte da incubo in Champions League. «Sono stati giorni difficili», ammette l'argentino portandosi a casa il pallone dopo una partita in cui, gol a parte, ha tanto sbagliato. Come tutta la squadra. Probabile che il contraccolpo della lezione di Cristiano Ronaldo si sia fatto sentire, sicuramente più del primo caldo. Comunque l'ultima della classe ha smentito per una volta chi dice che la Juventus ha due squadre, visto che Allegri ne cambia nove in campionato dopo la scoppola in coppa. E se così fosse: la prima non è all'altezza in Europa contro i più forti, la seconda soffre maledettamente contro il Benevento come le era successo prima della sosta per le nazionali a Ferrara contro la Spal.

E basta un Diabaté qualunque a far vedere le streghe ai bianconeri, che non è forse un caso la vincono solamente quando De Zerbi toglie dal campo l'ex attaccante tra le altre del Bordeaux. Perché il gigante nero che segna un gol ogni 39' in serie A arrivando a quota cinque centri, è uno stregone che mette a nudo i difetti della Signora. Per le statistiche il Benevento tira in porta addirittura due volte in più della Signora, che già contro il Milan e soprattutto contro il Real Madrid aveva dato l'impressione di far arrivare con troppa facilità al tiro gli avversari.

In otto giorni sono sei gol incassati in tre partite: è la spia accesa di una fase difensiva che non è più efficace come nella striscia di sedici partite e una rete subita che aveva portato a sorpassare in vetta il Napoli, per almeno una notte a meno sette. E così Allegri contro l'ultima della classe, dopo aver fatto praticamente un turnover totale, solo Dybala e Alex Sandro i titolari reduci dal Real Madrid, ha dovuto inserire prima Douglas Costa, che l'ha chiusa nel finale con un sinistro capolavoro stile Dybala, poi Higuain, che si è procurato con mestiere il rigore nel contatto con l'ingenuo Viola.

Tanta fatica per battere l'ultima, lo stesso era successo all'andata all'Allianz Stadium, c'è stato bisogno anche della firma di Szczesny su Iemmello, non lascia spazio a troppe illusioni in vista del Real Madrid. «Siamo uomini che non si arrendono mai», avvisa Dybala.

Ma quelli visti a Benevento, non sono certo attrezzati per i miracoli al Bernabeu.

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