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La resa forzata dei guardiolisti da social-scoop

La resa forzata dei guardiolisti da social-scoop

L e realtà parallele possono essere variegate, la verità solo una. Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus. Una liberazione dopo una «guerra» mediatica: da una parte i media tradizionali, dall'altra la comunicazione 2.0, social. Da una parte i sarristi, dall'altra i guardiolani. Una contesa ridotta a una bega di cortile. Inaccettabile per la professione. Gli sconfitti sono quelli che hanno provato a salire sul carro dello scoop. Non ci sono vincitori, ma una presa di coscienza che le suggestioni possono durare lo spazio di una vacanza, non trasformarsi in tormentoni di cento giorni. E che le fonti hanno ancora un valore. L'illusione Guardiola ha trovato conferma solo in un paio di contatti tra i dirigenti bianconeri e lo stesso Pep. Ora si dirà che il Manchester City non l'ha liberato, che la sentenza Uefa sul Financial fair play non è arrivata in tempo, quindi Sarri è una seconda scelta. Poche ore fa, c'era chi raccontava di Guardiola a un passo. Non sapendo o facendo finta di non sapere che da fine maggio, dopo l'Europa league vinta, Sarri era libero dal Chelsea. Ignorando che la Juventus aveva scelto lui per il dopo Allegri: l'alternativa era Mihajlovic. Si è parlato di speculazione in Borsa. Se così fosse, lo stabiliranno altre sedi. Più banalmente si è alzata l'asticella, per poi generare delusione nei tifosi bianconeri. Basteranno un paio di vittorie per farla passare. Intanto ha vinto la verità: Sarri allenatore della Juventus. Magari un giorno lascerà la panchina a Guardiola.

Ma questa storia è tutta da scrivere.

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