Il tennis diventa sport di squadra solo nella Davis, ma anche in questo caso torna al suo spirito primitivo con i valori individuali. E Fabio Fognini ha sublimato la regola umiliando Andy Murray con il punteggio di 6-3, 6-3, 6-4 in 2h 19' e lanciando Seppi verso l'apoteosi. «Ci ho sempre messo la faccia, e così ho fatto a Napoli, nonostante l'ematoma al costato che mi ha impacciato nei primi due giorni. In passato ho sbagliato qualcosa, ma ho imparato la lezione e contro lo scozzese ho disputato la partita perfetta. Ricorderò a lungo questo successo. E ora guardo a Montecarlo dove punto alla semifinale per difendere i punti della scorsa edizione», il suo pensiero a caldo. Che l'Italia fosse vicina alla storica semifinale, attesa da 16 anni fra retrocessioni e promozioni, lo s'è visto dalla faccia di Leon Smith, il coach della Gran Bretagna, alla fine dell'incontro vinto dal nostro numero uno sul campione olimpico.
A Fognini si chiedeva l'impresa, e così è stato. Ma non crediate che sulla terra rossa il nostro giocatore sia inferiore a Murray. Anzi. Negli ultimi 12 mesi l'azzurro ha conquistato 1805 punti contro i 190 dello scozzese: in una ideale classifica di specialità sarebbe quarto dietro Nadal, Ferrer e Djokovic. C'erano quindi le premesse per raddrizzare la sfida dopo la sconfitta nel doppio. La svolta s'è avuta nel primo set quando l'italiano ha conquistato cinque game di fila passando da 1-3 a 6-3. La situazione s'è ripetuta nella frazione successiva con l'allievo di mago Perlas capace di risalire da 2-3 a 6-3. Il terzo set s'è deciso al decimo gioco sulla battuta di Murray che, sotto 0-40, ha cancellato due match-balls prima di arrendersi. Nella testa di Fognini rimarrà a lungo il boato del pubblico napoletano e il sorriso di Flavia Pennetta, sua amica speciale, chiamiamola così, che ha assistito con trepidazione al match in occhiali scuri. Al di là delle note statistiche (32 a 17 i vincenti, 46 a 50 gli errori non forzati), Fognini ha giocato meglio di Murray al servizio, perso solo una volta, e negli interminabili scambi a fondo campo. Per lui la top-ten è un traguardo davvero alla portata. E Murray, da gran signore, gli ha reso omaggio nell'intervista alla tv del suo paese: «Fognini ha giocato meglio di me. Non ho scuse se non il fatto che non fossi al meglio. Ma anche lui ha avuto un handicap».
Nell'incontro decisivo Seppi, benché condizionato dall'enorme responsabilità di dover vincere a tutti i costi, ha fatto valere sul campo il divario in classifica (33 contro 161) lasciano al londinese Ward le briciole: 6-4, 6-3, 6-4 in 2h 17' il risultato con qualche esitazione in apertura. Nel terzo set ha mancato due match-balls, prima di ricevere l'abbraccio del capitano Barazzutti e dei compagni di squadra. Missione compiuta.
A settembre l'Italdavis si giocherà la finale in Svizzera contro i formidabili Federer e Wawrinka che, con qualche affanno di troppo, hanno superato il Kazakistan: neanche a dirlo è stato l'incommensurabile Roger a firmare il punto decisivo contro Golubev. Per Fognini un altro grande da battere. Appuntamento da segnare subito in agenda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.