Quando Elmas calcia sul palo l'ultimo pallone della gara, il Napoli si morde le mani per non aver colto un'occasione più unica che rara. Ma la lotteria dei rigori gli renderà giustizia: la parata di Meret su Dybala e il tiro alto di Danilo lanciano Gattuso verso il suo primo trofeo da allenatore, grazie a una serie perfetta dagli undici metri conclusa da Milik. Un trionfo bellissimo che sfata il tabù del tecnico calabrese nelle finali con la Juve e sicuramente renderà ancora più evidente la poca empatia del popolo bianconero verso Sarri. Che in Italia non riesce ancora a mettere la sua zampata.
Avere novanta minuti in più nelle gambe e in una partita vera vuol dire molto. Anche se giocare in un ambiente ovattato e senza pubblico non può che condizionare. D'altronde la ripresa del campionato si avvicina e oggi potrebbe esserci anche una novità importante sulla quarantena soft per le squadre che il calcio auspica in fretta per concludere serenamente la stagione. «Da quando ho letto il verbale del Cts, sto lavorando con il ministro Speranza per superare il problema normativo, e speriamo di riuscirci già domani (oggi, ndr)», così il ministro dello Sport Spadafora che ha corretto il tiro dopo la frenata di martedì.
Napoli e Juventus mostrano almeno per un'ora di avere un passo migliore, anche se gli errori non mancano. Gattuso cambia 4 titolari rispetto all'Inter, tornando al tridente leggero con Callejon, l'unica novità di Sarri guardando alla gara con il Milan è Cuadrado al posto di Danilo. Di sicuro sono in buona forma i portieri Meret e Buffon, il futuro e il passato dei numeri uno italiani. Interventi decisivi per entrambi, con il primo che respinge il tiro di Ronaldo e poi lo anticipa in uscita, mentre il secondo si supera sulla conclusione ravvicinata di Demme e poco dopo devia anche il tiro di Insigne, che già lo aveva spaventato su punizione (palo esterno). Peccato che sia l'uno che l'altro torneranno subito in panchina, lasciando il posto agli attuali titolari Ospina e Szczesny. La finale scorre equilibrata e bloccata: migliore la partenza della Juve, che produce più gioco ma pecca in lucidità anche perchè il Napoli concede pochissimo (in difesa meglio Maksimovic di Koulibaly). La squadra di Gattuso attende l'avversario come al solito, con uno schieramento che prevede Demme davanti alla difesa - ben controllato da Dybala - ma alla fine risulterà più pericolosa dei bianconeri.
Il ritmo scema inevitabilmente nella ripresa, latitano le occasioni (una clamorosa sprecata da Milik, appena entrato al posto di un evanescente Mertens) e la partita va avanti con sporadiche fiammate. Più napoletane che juventine grazie all'attivissimo Politano, anche lui partito dalla panchina. Cristiano Ronaldo, tornato nella sua naturale posizione a sinistra, si vede solo all'inizio, ma sembra ancora lontano dal top della forma.
L'ultimo brivido nel recupero con Buffon che respinge sulla linea il colpo di testa di Maksimovic e da due passi Elmas colpisce il palo. Si va ai rigori e il Napoli si prende la Coppa, (con tanto di assembramento nella festa attorno a Gattuso). Esattamente come otto anni fa.
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