Rino e Maurizio: il più grintoso è chi vince

Rino e Maurizio: il più grintoso è chi vince

Due uomini di grinta. E come negarlo? Peccato che uno la metta tutta sul campo e l'altro abbondi anche nel fuori campo: non ultimo quando parla in pubblico, nemmeno volesse far risaltare il lato peggiore del toscano doc. Due uomini venuti dal basso della panchina calcistica, però con ben diverso curriculum precedente: uno lavorava in banca, l'altro è stato giocatore del calcio di alto livello. Presentati così, Sarri e Gattuso, mostrano già la differenza. Nonostante l'apparenza, Gattuso conosce in modo naturale l'arte del bon ton calcistico, Sarri è soprattutto un allenatore costruito. E se oggi l'ex bancario è tecnico di successo, Rino si è meritato galloni di stima. Sarà più facile condurre un Napoli già collaudato o un Milan da ristrutturare, perlomeno da risollevare dopo qualche rovescio capitato a Montella? Il lavoro di Gattuso ha portato ad un riassetto che parla con i risultati.

Tanto per citare: nel girone di ritorno (12 partite) la Juve ha ottenuto più punti (34), a ruota il Napoli (29) e, appena sotto, il Milan (27). Chi se l'è cavata meglio fra i due? Il primo Napoli di Sarri fece un ottimo cammino (alla 31a giornata aveva 63 punti), fu pure campione d'Inverno. Ma come questo, che è ancora meglio, lasciò campo alla Juve. Anche stavolta c'è rischio di aver buttato il campionato. Inutile parlare di rose differenti, non diciamo tutti che il gioco di Sarri è vincente?

Intendiamoci, se Milan-Napoli dovesse essere rappresentata dagli allenatori, trequarti d'Italia direbbe: non c'è partita. E così dice la classifica della serie A. Eppure: Sarri fa stravedere i cultori del bel gioco, basta riempirsi gli occhi con la velocità del dialogare, la perfezione dell'idea calcistica. Poi bisognerebbe anche vincere qualcosa e non, invece, uscire così maldestramente dalle coppe europee.

Ha detto Luca Vialli: «Sarri è un genio ma io non mi ci sarei trovato: ero abituato a uscire dagli schemi». Invece Allegri, ha concluso, sa valorizzare tutti i giocatori. Stessa impressione creata da Gattuso: ha migliorato, anzi valorizzato i giocatori. E non era facile. Ha cambiato modulo quando necessario, esattamente come capita ad Allegri o Di Francesco (semifinalista Champions: ehm!). Sarri esclude questa ipotesi, tende a giocare con i preferiti. Gli altri perdono tempo in panchina. I geni non hanno limiti. Sarri invece li mostra. Ultima considerazione: il Milan, fra le cosiddette grandi, ha utilizzato più italiani e per più minuti. Il Napoli è ultimo in questa classifica. Il nostro calcio non abbonda di perle, allora chi ha compiuto l'operazione più difficile? Ecco perché, oggi, non è detto che il più acclarato sia davvero il migliore.

Sarà come bere un prosecco (Gattuso) o uno spumante (Sarri). A ciascuno il suo gusto, ben sapendo che lo champagne è marca Heynches, che vince dovunque a dispetto di età (sua), giocatori scelti dagli altri e tipo di calcio.

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