Milano. Roma-Inter è un intreccio di fatti e di storie molto più complicato della semplice sfida di Mourinho al proprio passato o del vecchio derby di Inzaghi, capitoli già ampiamente illustrati in questi due anni. Oggi Roma-Inter vale la Champions della prossima stagione, ma soprattutto è l'ultimo tagliando di entrambe le squadre prima della semifinale in Europa. E poi c'è il futuro dei due allenatori, che inevitabilmente riflette nel convulso presente: Inzaghi che si batte per dribblare l'esonero, Mourinho che mai si è sentito così lontano dal club. Entrambi hanno il contratto anche per l'anno venturo, ma c'è la possibilità concreta che entrambi l'anno venturo siano altrove, o semplicemente a casa. A insaporire il tardo pomeriggio dello Stadio Olimpico, ci sarà anche il precedente risultato di Milan-Lazio, che certamente non muterà il canovaccio di Roma-Inter, ma che sicuramente ne enfatizzerà l'esito. Inutile probabilmente chiedersi cosa favorirebbe chi, ma di sicuro sono partite che andranno lette in coppia, per non dire di Atalanta-Juventus del pranzo domenicale. Perché lo scudetto vero ha trovato il suo padrone, ma lo scudettino di consolazione, quello dei ragionieri, è nei radar proprio di queste 6 squadre.
Avere vinto 3 partite di fila in campionato, come mai nel 2023, consente a Inzaghi di entrare a casa Mourinho senza particolare apprensione, e magari pensando anche un po' di più di quanto sarebbe normale all'euroderby di mercoledì. Si capirà da chi comincerà la partita, anche se le assenze per infortunio di Gosens e D'Ambrosio (più il già parigino Skriniar) limitano le rotazioni nerazzurre. Tornano Onana e Darmian, Barella e Bastoni, più Lukaku e forse Correa, anche se è forte la tentazione di lanciare la LuLa già dall'inizio. L'altro dubbio è fra Calhanoglu e Mkhitaryan: entrambi giocheranno col Milan, uno sarà titolare anche contro la Roma. «Vedevo come stavamo lavorando, sapevo che i risultati sarebbe tornati a sorriderci anche in campionato», chiosa Inzaghi, che conta i 12 gol delle ultime 3 partite e soprattutto si coccola i 9 segnati dai suoi attaccanti.
Guai a parlare di infortunati a Mourinho, che convoca addirittura il Primavera Missori e di nuovo non rischia Dybala, sperando di averlo al meglio nell'andata col Leverkusen, giovedì sera. Alla Roma come all'Inter servirebbe giocare la Champions anche il prossimo anno. Questione di bilanci, roba appunto da ragionieri. A Inzaghi l'hanno posta come condizione per essere confermato (ma non è l'unica). A Mourinho invece hanno fatto capire che è presto per ipotizzare rinnovi oltre la scadenza in essere, giugno 2024.
E così potrebbe essere lui ad andarsene, meglio se con un trofeo in più. Ecco perché l'Europa League è il traguardo che più gl'interessa: vincere ancora, alimentare il proprio mito, farsi amare per sempre anche nella Roma giallorossa. E che ai bilanci pensi chi verrà dopo di lui.
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