"La Roma stia attenta a Dybala e la Juve pensi a... Lewandowski"

Il polacco poco amato a Torino e idolo dei giallorossi. "Bel campionato, finalmente non ci sono solo i bianconeri"

"La Roma stia attenta a Dybala e la Juve pensi a... Lewandowski"

Zibì volava, non solo di notte. Baffi, fra il rosso e il biondo, battute in campo e fuori, alla Platini. Erano un fenomeno di costume, anche dialettico. Oggi Zbigniew Boniek fa il presidente della federcalcio polacca, Juve-Roma resta la sua partita, però non vuol entrare nel merito. Perchè negli anni è diventato inviso alla società bianconera, con la stella negata allo Stadium. È diventato più simpatico ai tifosi giallorossi, nonostante quello scudetto perso alla penultima giornata con il Lecce.

Stavolta chi lo vince?

«Grazie al cielo, il campionato è diverso, non c'è più il dominio totale juventino dell'ultimo quadriennio ma un gruppo di vertice, con Napoli e Inter. Persino la Roma mantiene una speranza, tanto più con l'arrivo di Spalletti. E questo è un bene per il calcio. Perchè se la seconda si stacca subito, si perde interesse».

La Fiorentina non ha più chance?

«È in calo, come l'Inter. Io penso alla Juve, soprattutto. Se continua così, sono cavoli amari per tutti. Chi ha 4 attaccanti come Mandzukic, Dybala, Morata e Zaza? Con loro si vincono le partite».

Soprattutto con Dybala, adesso.

«Già, la Roma faccia attenzione alle sue traiettorie. E alla potenza di Mandzukic».

La Juve viene da una finale di coppa Campioni persa a Berlino. A lei capitò nell'83 con l'Amburgo.

«Poi abbinammo scudetto e coppa delle Coppe».

Ma il Bayern è battibile?

«Lo conosco perchè seguo Lewandowski, il più grande giocatore polacco. La fase offensiva è super eppure i limiti in difesa sono grandissimi. La Juve, invece, è forte dietro e pure in attacco. Globamente, i tedeschi restano un po' avanti, anche come club, ma i bianconeri non sono assolutamente sfavoriti».

È meno critico del passato con la società che la portò a vincere tutto?

«Affatto. Ricordiamoci che Guardiola ha già annunciato l'addio e quando un tecnico lascia in anticipo, alcuni giocatori magari si disimpegnano».

Alla Roma hanno cambiato in corsa, come al Real. Zidane è un'incognita superiore a Spalletti.

«Io dico che passerà la Roma (sorride). Per carità, è favorito il Real, offriva un bel calcio anche con Benitez, però in questa stagione alterna grandissime prove ad altre opache. Adesso la Roma è in crisi profonda, il cambio era inevitabile, ma in questo mese Spalletti può assestare molto».

Higuain viaggia sulle orme di Nordahl. È da Pallone d'Oro?

«No, è fra i primi 3 centravanti al mondo insieme a Lewandowski e Suarez. È forte fisicamente, segna in tutti i modi, ma per essere candidabile dipende come andrà il Napoli in Europa.

Lewandowski era già la stella della Polonia 4 anni fa quando lei organizzò l'Europeo con l'Ucraina, ma entrambe uscirono al primo turno. Come andrà a giugno?

«Io penso al mio paese, anche quando sono a Roma. Spero che vada tutto bene, che raggiungiamo gli ottavi e passiamo il primo turno. Le favorite sono Spagna, Germania, Francia e Belgio».

E l'Italia?

«È sempre temibile, se comincia bene è dura da battere. E Conte è bravissimo, vediamo se lo sarà anche nelle partite secche. Certamente vuole vincere. Sempre e comunque. Come quando lo allenavo nel Lecce: era il '90-'91, il mio debutto in panchina».Dove Platini aveva smesso presto, a 32 anni, come lei. Come la mettiamo con gli 8 anni di squalifica?«Una follia, accuse immotivate.

La sentenza è politica e spero che non ne segni la fine della carriera da dirigente. Ha denunciato quei soldi al fisco francese e spedito una fattura alla Fifa. Il tutto partì da un conto tracciabile. Di che parliamo?».

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