Roma - «Io credo alla rimonta, il mio modo di pensare è di non accontentarmi mai». Il mantra di Eusebio Di Francesco, appassionato di ciclismo e quindi amante delle scalate, risuona da giorni nei corridoi di Trigoria. Persino negli spogliatoi il ds Monchi ha fatto mettere dei cartelli motivazionali per caricare la squadra. Una carica che arriverà anche da un Olimpico stracolmo (quasi 63mila spettatori e record d'incasso di oltre 5 milioni di euro) che invoca già un altro miracolo stile-Barcellona. «Se vogliono prenderci il nostro sogno devono venire a togliercelo dalle mani e a chi verrà allo stadio chiediamo di portare bandiere e voce», recita il comunicato dei tifosi giallorossi. «Nonni, padri, figli, nipoti, tutti giocheranno con la Roma, anzi mi aspetto che la città si colori di giallorosso», ha sottolineato il ds Monchi che può già sbilanciarsi sulla prossima campagna di mercato nella quale «vendere dipenderà ora solo da noi». Il bel cammino europeo ha risistemato i conti del club e uno sbarco in finale potrebbe riempire le casse di un'altra quindicina di milioni. Intanto è stata chiusa un'altra partnership commerciale con Waze, applicazione gratuita di navigazione stradale. «Dzeko al Chelsea a gennaio? Nessuno era veramente convinto di quest'operazione...», ha detto ancora Monchi.
E il momento positivo del bosniaco (quattro reti di fila in Champions) è uno dei punti a favore della truppa di Di Francesco: il successo rotondo in campionato che ha avvicinato la Roma a un posto Champions; l'intesa fra Dzeko e Schick («la rimonta si può fare e se segno mi taglio i capelli cortissimi...», cos' il ceco) che sembra finalmente decollare; il buono stato di forma di El Shaarawy che si candida a una maglia da titolare per i problemi fisici di Perotti (lui, come Strootman, rischia di saltare l'appuntamento europeo); le parate di Alisson che all'Olimpico in Europa ha ancora la porta inviolata, nonostante a Roma si siano presentati assi del calibro di Griezmann, Suarez e Messi, e viene dal secondo rigore respinto in campionato.
L'impresa della Roma - riferisce Agipronews - è quotata a 7 dai bookmakers. I miracoli non sono facili da ripetere e il Liverpool non è certo il Barcellona che pure ha sbagliato una sola partita in stagione e lo ha fatto proprio all'Olimpico. L'effetto sorpresa non ci sarà: quel 3-0 inflitto ai blaugrana ha fatto così tanto rumore da incutere un minimo di timore ai Reds che pure partono da un importante vantaggio. La vittoria con il Barça nacque all'alba di due giorni prima, quando Di Francesco, tra le pareti della sua casa all'Eur, varò quel modulo tattico con la difesa a tre e una Roma aggressiva per ribaltare Valverde, già battuto con il Sassuolo ai tempi dell'Athletic Bilbao. Stavolta, sbattuto il muso violentemente ad Anfield Road, si tornerà all'antico, mettendosi a specchio con il 4-3-3 del Liverpool.
Salah invoca concentrazione, ma l'egiziano (ex che sarà applaudito almeno all'inizio) sa bene che le sue accelerazioni - che dalle parti dell'Olimpico conoscono bene - possono essere letali. Momo attende il ritocco dell'ingaggio mentre Firmino ha già firmato il rinnovo e un acciaccato Mané si è risparmiato nell'ultimo impegno di campionato con lo Stoke in vista della gara di domani.
Il trio da 89 gol in questa stagione fa paura e nelle sei uscite europee lontano da Anfield (compreso il preliminare) ha già timbrato 14 reti, le ultime due a Manchester in casa del City di Guardiola, ultima vittima eccellente dei Reds ancora senza sconfitte nel cammino stagionale di Champions. Dirigerà lo sloveno Skomina: con lui il Liverpool ha sempre perso in tre precedenti, mentre la Roma ha conquistato il brillante 3-3 in casa del Chelsea.
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