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Ronaldo il castigatore. Chiellini il combinaguai

Inizio choc, poi bianconeri testa a testa col Real CR7 e Di Maria, qualità e colpi da ko. Stopper colpevole sul rigore, ingenuo sul rosso

Ronaldo il castigatore. Chiellini il combinaguai

Scambiate il centravanti e lo stopper e forse cambierà il risultato. Più Ronaldo e meno Chiellini: Real-Juve ci lascia così. Due reti per vincere la partita, un po' troppe gaffes dello stopper bianconero. La Juve torna da Madrid battuta ma non desolata. Ha giocato con cuore, coraggio e tecnica, talvolta meglio del Real. Ma dall'altra parte c'erano Ronaldo ed anche Di Maria: sono bastati per tirare i colpi del ko. Non c'è dubbio sulla bontà dei gol e del rigore che ha spezzato la partita bianconera. C'è qualche dubbio sul futuro juventino in Champions: vita dura, ora serve battere il Real a Torino. E Ancelotti non bada all'estetica, si è visto nel finale della partita di ieri.

Il meraviglioso colpo d'occhio del Santiago Bernabeu deve aver distratto per qualche attimo di troppo l'imperfetta difesa juventina. Già imperfetta, se poi non allaccia subito le cinture di sicurezza... La partenza choc provocata dal colpo a scavetto di Cristiano Ronaldo, ma soprattutto dalla lentezza di Pirlo nel contrastare Di Maria, permettendogli di servire il funambolico portoghese, ha mandato in vantaggio il Real dopo quattro minuti e c'era da mettersi le mani nei capelli. Juve in stile Milan della sera prima: un solo attaccante, Marchisio e Tevez a battersi con piglio da combattimento sulle fasce laterali. Ci poteva stare. Il principe bianconero, anzi, ha aperto subito la partita mandando al volo Casillas con un bolide da fuori area. Bel piglio per capire pure se il portiere spagnolo abbia perso qualche brandello della sua classe e dei suoi riflessi. Visto ieri non pare.

Ma, nonostante tutto questo, la Juve si è ritrovata ad inseguire e a subir gol come troppo spesso capita in questa stagione. Squadra un po' disorientata ma poi gagliarda nel ripescare metri di campo e credibilità, nel giocare con voglia di non arrendersi. Juve frizzante sulle fasce, fisicamente sostanziosa e soprattutto capace di sfruttare il gioco largo della difesa madrilena. La squadra ha tirato molto da fuori area e il guizzo di Llorente, a ritrovare la parità, è stato un omaggio ad un coro per nulla stonato: Marchisio che infila una palla tesa, Pogba che ci mette il testolone per rimetterla in mezzo area e lo spagnolo che battezza la presenza ricordando al Real di essere un buon cecchino nei suoi confronti: 6 reti e tre al Bernabeu. C'era quasi da aspettarselo. Forse Conte avrà fatto di conto. Peccato che poi la Juve si sia persa nelle solite divagazioni di Chiellini. Stranamente posizionato al centro, lasciando Ogbonna sulla destra (sarebbe stato meglio il contrario) si è aggrappato a Sergio Ramos come gli capita spesso con gli attaccanti in Italia. Ma qui l'arbitro non perdona e non ha perdonato. E il vizietto del nostro è così conosciuto che, ad inizio ripresa, è bastato un innocente braccio allungato sulla faccia di Ronaldo per convincere l'arbitro al rosso diretto.

Ronaldo devastante per la partita della Juve: e Buffon è stato punito con quel rigore scaricato sulla sua destra, benchè Tevez l'avesse avvisato. «Guarda che tira da quella parte». Buffon ha seguito il consiglio, ma Ronaldo è stato più bravo. I sette gol, in tre partite di Champions, dicono anche che il portoghese tira e sbaglia poco. Prima di questo turno le statistiche raccontavano che Cristiano e Balotelli erano i giocatori ad aver calciato più spesso in porta. Ma Supermario aveva segnato un gol solo, Ronaldo 5 ed ora sono sette con appena tre tiri in più!

La partita della Juve è stata comunque indomita, ci ha provato con il tiro da fuori area ed ha costretto il Real a rincorrere. Poi, in dieci, Conte ha dovuto tirar fuori Llorente, inserire Bonucci, cambiare Pirlo nonostante l'applauso del Bernabeu, per cercare più forza fisica con Asamoah. Di Maria ha cercato un altro assist devastante, stavolta per Benzema: ma il francese ha fatto la controfigura di Robinho. É stato l'ultimo guizzo di autentica emozione, poi la fatica, dopo un primo tempo giocato a bella velocità, timori reciproci, una miscellanea di cambi (è entrato anche Bale) e un assestamento difensivo della Juve, hanno addormentato la partita. La Signora torna a casa con 8 gol al passivo: 2 subiti dai grandi e 6 dalla squadra che ha giocato la Champions primavera. Non proprio un bel segnale per il futuro.

E nemmeno per il presente.

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