Oggi, domani o dopo. Si sussurra che sia questione di giorni, questi giorni. Addirittura di ore. L'annuncio del futuro compagno di Alonso in sella al Cavallino è in arrivo. Nonostante il bel podio di Massa, passato ovviamente in secondo piano per il pasticcio finnico-iberico al via di Suzuka tra l'incolpevole Raikkonen e l'innervosito Alonso, è però naturale che a Maranello il problema più urgente non sia comunicare chi affiancherà l'iberico bensì trovare qualche diavoleria tecnica (come il doppio drs tipo Red Bull che convoglia aria sotto l'ala posteriore riducendo la resistenza all'avanzamento) che consenta alla Ferrari di tamponare l'emorragia di punti e riallungare su Vettel. Ormai il bottino è ridotto a quattro lunghezze che vogliono dire niente: ovvero mondiale riaperto, ovvero «siamo al via di un mini campionato», come ha sottolineato Alonso prima di ringhiare che la «Ferrari è la stessa da 5-6 Gp...». Parole a cui è subito seguita la decisa presa di posizione del team principal Stefano Domenicali, «stiamo facendo di tutto per dargli un'auto all'altezza del suo talento», e il giorno dopo le frasi di stima firmate dal presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, «parlerò con lui per dargli ulteriore motivazione ad affrontare queste ultime 5 gare con il coltello fra i denti, come deve fare tutta la squadra. Sappiamo di poter contare sul pilota più forte...». Fatto sta, in Corea la Rossa porterà «quattro piccoli aggiornamenti», ha detto ieri il dt Fry.
Tornando al secondo posto ottenuto da Massa, d'istinto verrebbe da dire e pensare che per il brasiliano il rinnovo per un anno sia vicino. Anche se 35 Gp tra un podio (in Corea, nel 2010) e l'altro pesano come un macigno. Tanto più in un team che ha nella conquista del campionato costruttori (e dei soldi che distribuisce) il suo Dna dai tempi del Drake. Gerhard Berger, ex ferrarista, ex McLaren, soprattutto ex compagno di Senna, per cui grande esperto di gregariato, dalle colonne di «Auto Bild» ha simpaticamente tuonato: «Non avrebbe alcun senso procedere al rinnovo. La gara in Giappone è stata solo un episodio. La Ferrari lo deve scaricare. Io metterei subito Hulkenberg o Di Resta al suo posto. Sono giovani e veloci ed è ciò di cui la Ferrari ha bisogno per lottare per il titolo costruttori».
Per la verità, se Massa dovesse venire confermato, sarebbero anche altri i motivi. Fra questi, per esempio, il bisogno di mettere nelle condizioni di massima tranquillità Alonso. Tanto più adesso che lo spettro di un Vettel di nuovo in grado di sfilargli il mondiale all'ultimo non è più solo un esercizio di brutti pensieri. Annunciare in pieno rush finale un nuovo pilota, fosse anche il giovane, corretto e veloce il giusto Paul Di Resta, o fosse il tedesco Nico Hulkenberg, potrebbe aggiungere leggero nervosismo al già decisamente nervoso Alonso. Però sul tema si vedrà.
Si vede già, invece, che il passaggio di Sergio Perez alla McLaren e il conseguente liberarsi del suo posto in Sauber sta movimentando il casco-mercato. Perché la monoposto svizzera motorizzata Ferrari è tutto l'anno che fa un gran bene e perché la velocità mostrata a Monza e il secondo posto del messicano hanno lasciato gran ricordi a cui è seguito il terzo posto di Kobayashi a Suzuka. Non a caso Pastor Maldonado sta nicchiando sul prosieguo in Williams. Da qualche giorno si sente ancor più forte visto che l'amico suo Chavez, nel senso di Hugo, il presidente rieletto del Venezuela, oltre che primo tifoso è primo sponsor tramite la Pdvsa, compagnia petrolifera statale che più ricca non si può; e da domenica ha capito che a volare con la Sauber non è solo Perez. La stessa squadra elvetica lo accoglierebbe a braccia aperte visto che aveva un ottimo pilota super pagante (Perez è sponsorizzato Tel Mex, cioè Carlos Slim, cioè l'uomo più ricco del mondo).
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