Cucchiaio di legno. Dopo due anni per il ct Brunel arriva l'onta dell'ultimo posto nel Sei Nazioni, per giunta con il filotto di sconfitte. Il 2014 è l'anno peggiore della gestione del tecnico francese sulla panchina azzurra. L'annus horribilis dopo un 2012 discreto, da ricordare la vittoria al momento giusto, quella sulla Scozia all'ultima giornata, e un 2013 persino buono, impreziosito dai successi su Francia e Irlanda e dalla grande prestazione di Twickenham.
All'Italia serviva un miracolo per ribaltare il destino del proprio torneo dopo lo scherzetto all'ultimo secondo subito dalla Scozia (drop di Weir all'ultimo respiro), ma in quest'annata di carestia rugbistica agli azzurri tocca scontare tutti i propri peccati. All'Olimpico arriva un'altra durissima lezione, stavolta dall'Inghilterra affamata di punti in chiave classifica generale. Determinazione, tecnica e cinismo da una parte, improvvisazione e troppi errori dall'altra. Il divario tra l'Italia e il resto del mondo è sempre lo stesso e oggi non fa differenza.
La partita c'è solo nel primo tempo. L'Italia va persino in vantaggio con un piazzato di Orquera. Ma appena i bianchi caricano a testa bassa la fragile resistenza difensiva azzurra va subito in frantumi. La scardina Mike Brown, l'estremo degli Harlequins, man of the match alla fine, dotato di una velocità di base stratosferica e capace di cambiare gli angoli di impatto durante la corsa come nessun altro. I tre quarti azzurri stanno a guardare. L'Italia accorcia sul 6-10 dalla piazzola e avrebbe anche un paio di chance per mettere pressione vera sugli inglesi. Ma arrivano troppi errori alla mano e un pomeriggio disastroso in touche fa il resto. Il XV della Rosa avanza e conquista campo, gli errori alla mano ci sono anche per i bianchi, ma alla fine l'ambizione di conquistare il Sei Nazioni premia gli inglesi. Prima l'apertura Farrell, su grande intuizione di Care, poi ancora Brown. Il primo tempo va in archivio sul 24-6.
La ripresa è il solito disastro del Sei Nazioni 2014 azzurro. Il ritmo cala, i cambi spesso non sono all'altezza. E, oltre alla foga inglese, ci si mette pure Bortolami con un giallo sciocco. Gli inglesi dilagano, c'è gioia un po' per chiunque.
L'unica buona notizia è la meta di Leonardo Sarto, su intercetto, che rende meno amaro il 52-11 finale. Con Sarto Brunel «salva» anche Campagnaro ed Esposito tra i tre quarti, Furno e Barbieri in terza linea. Per il resto la ricostruzione è appena cominciata e i Mondiali sono tra 12 mesi soltanto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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