Un belga di diciannove anni inguaia il mondiale della Russia e di Fabio Capello. Divock Origi, attaccante del Lille, è l'eroe della qualificazione del Belgio, il suo gol a tre minuti dalla conclusione è perfido, beffardo, velenosissimo per la Russia che aveva dominato la partita, non trovando, tuttavia, mai la precisione nel tiro. Sepp Blatter, in tribuna, ha potuto osservare, sempre che non si fosse distratto per motivi personali, l'ennesimo errore arbitrale, stavolta di un tedesco, Brych, che non ha fischiato un calcio di rigore a favore dei russi, nel primo tempo, per un fallo di Alderweireld su Kanunnikov. Il mondiale del caldo, della paura, delle trasferte impossibili, è soprattutto il mondiale della modestia arbitrale. Non c'è tecnologia che possa rimediare agli errori grossolani di una casta che continua a proteggersi senza alcuna possibilità di pentimenti e ammissioni di responsabilità. Se è vero che alla coppa del mondo partecipano le migliori squadre non è altrettanto vero che siano i migliori arbitri a scendere in campo. Le scelte sono geopolitiche, servono a procacciarsi voti e finiscono per danneggiare le squadre e condizionare i risultati. L'episodio più clamoroso ha riguardato Neymar e la sua mancata espulsione, nella partita di esordio; i due gol annullati al Messico, il gol annullato a Dzeko in Nigeria-Bosnia sono perle del carnevale brasileiro. Blatter è molto impegnato nella propaganda elettorale per il rinnovo del suo mandato, gli arbitri svolgono questa funzione occulta.
Torno a Capello, sconsolato a fine partita, come Panucci che è stato l'assistente di campo. La sua Russia avrebbe meritato non il pareggio ma la vittoria pulita. Il Belgio ha giocato non da squadra ma riferendosi alle iniziative episodiche di Hazard e di Mertens, sfruttando al massimo la freschezza di Origi, subendo invece, in fase difensiva, le giocate veloci dei russi sulle fasce laterali. Ha vinto, come già era accaduto con l'Algeria, quando pensava di perdere. Kokorin, l'unica stella della squadra di Capello, non ha potuto di più, il resto della comitiva ha corso il doppio degli avversari ai quali poco ha concesso. Ora la qualificazione della Russia dipende da una serie di risultati e coincidenze impossibili, ormai l'eliminazione è quasi certa, la stampa è pronta a scaricare le responsabilità sull'allenatore italiano che ha soprattutto la colpa di essere superpagato, in un paese, aggiungo io, dove il denaro non ha più significato e valore e non certo per colpa del football. Già nella conferenza stampa della vigilia Capello aveva avuto uno scontro aspro con un cronista di Mosca, prevedo che incominci un'altra battaglia, considerato che il tecnico bisiaco ha sottoscritto il rinnovo del contratto fino al 2018, con la supervisione di tutte le squadre nazionali.
La Russia non ha campioni come in passato, l'invasione straniera ne ha cambiato i connotati e l'identità tecnica, Capello deve raccogliere idee e uomini in un bacino enorme ma con una scelta ridotta (130 calciatori russi in tutto), dentro la matrioska non ci sono sorprese e fenomeni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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