Sarri e l'indigesto "lunch-match". Ma vincendo può superare Bigon

Il tecnico Maurizio Sarri è a 18 risultati di fila come il tecnico del 2° scudetto azzurro, Alberto Bigon

Sarri e l'indigesto "lunch-match". Ma vincendo può superare Bigon

Napoli - L'orario, si sa, è indigesto. Pasta o bistecca per colazione alle nove del mattino, un orario che fa girare tremendamente le scatole a Sarri. Il quale ieri, più dell'allenamento di rifinitura, ha voluto a tutti i costi scambiare quattro chiacchiere con la squadra. Il motivo: troppo facile, sulla carta, il primo lunch-match giocato dal Napoli al San Paolo, avversario il Cagliari. Forse il tecnico avrà notato qualche corda allentata all'interno dello splendido spartito che ha messo su oppure, più probabilmente, non intende fermarsi proprio adesso che siamo arrivati alla sosta: vincere la settima su sette dall'inizio del torneo (mai successo nella storia del club) ma soprattutto battere Bigon, allenatore azzurro del secondo scudetto (1989/90) nei risultati consecutivi (sono entrambi a 18) rafforzerebbe le ambizioni del Napoli, più che mai convinto di far strada più in Italia che in Europa.

Ecco il motivo per il quale andranno in campo i titolarissimi, con la probabile eccezione di Maksimovic per Albiol, appena ripresosi dal mal di schiena. Mentre da Cagliari vengono segnalati i recuperi in extremis di Pavoletti e di Farias. Con o senza il centrale di difesa ex Real, la formazione sarà comunque quella che il tecnico ha in mente da sempre per contrastare il dominio bianconero. Con una raccomandazione fortissima: indovinare l'approccio, senza cadere in facili tranelli come stava per accadere a Bologna e a Ferrara. Lo sa più di tutti capitàn Hamsik, ancora all'asciutto di gol in questa stagione, una novità assoluta per lo slovacco che proprio al Cagliari ha realizzato in carriera già sei reti. Il personaggio più atteso, ad appena due gol dal record assoluto di Maradona, finito nel vortice dei dubbi per una condizione fisica non ottimale. È stato sempre sostituito da Sarri, in media dopo un'ora di gioco eppure il tecnico non intende mai rinunciare a lui, convinto che il costante impiego non possa che agevolarlo nella crescita atletica. «Un po' mi pesa ma fin quando si vince», ha ammesso Marek, uno che non fa polemiche nemmeno se gli punti la pistola alla tempia.

Genuino com'è, ha comunicato all'esterno i sogni quasi proibiti dello spogliatoio: «Vogliamo lo scudetto e la rivincita con il Real, magari in semifinale». Dando anche la sua versione sul perché il Vesuvio venga invocato così tanto negli stadi italiani: «È talmente bello che ce lo invidiano».

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