È la sfida tra due preoccupati, Sarri e Pioli. Per motivi diversi, naturalmente. Perché la Lazio è reduce da una striscia di risultati che non indulge certo al pessimismo. Il problema, a Formello, è di natura personale: rapporti tempestosi col ds Tare, al fianco del quale, addirittura con un comunicato, si è schierato Claudio Lotito, il presidente. Se c'è gelo tra i due, il dissenso ricade sul mercato invernale che il tecnico vorrebbe (un terzino e un centravanti quale vice Immobile le sue richieste) quale sostegno per reggere la corsa al quarto posto. Di diversa natura è lo stato d'animo di Stefano Pioli reduce, parole del tecnico, «da dieci giorni difficili», inaugurati con la rimonta subita dalla Roma e proseguita col derby di Riad perso senza nemmeno mai entrare in partita con l'Inter. A parole, entrambi, fanno professione di sano ottimismo. Dice Sarri rispondendo al quesito sulla zona Champions: «Dobbiamo rendere al 100%». Sostiene Pioli con una punta di sottile nervosismo: «Ho capito quel che è successo e sono certo che ne usciremo fuori».
Fosse tutto così semplice, sarebbe il calcio dei buoni propositi. E invece Lazio-Milan di questa sera è un altro bivio sulla strada di entrambi i club, come probabilmente lo fu un campionato fa. Allora, quel Milan, trascinato da una forza interiore straordinaria, capovolse il proprio destino con la zampata finale di Tonali. Oggi la garanzia è quella promulgata da Pioli con una serie di espressioni rivolte più al proprio interno che all'esterno. «Abbiamo radici forti, i miei calciatori non sono scarsi, sono forti. Dobbiamo ricordarci come abbiamo vinto l'anno scorso. Abbiamo due possibilità: o piangerci addosso oppure tirare su le maniche» fa sapere in un crescendo difensivo che tiene al riparto anche i tentativi di individuare qualche colpevole. Giroud che non segna da 6 turni? Tomori che non è al massimo della sua forma? I due francesi stanno pagando il mondiale? E ieri un'altra tegola: i problemi muscolari di Hernandez che salterà la gara di questa sera.
A tutti i quesiti del giorno Pioli è in grado di replicare con precisione: «Non dobbiamo cercare un colpevole ma provare a risolvere i problemi». Aggiungendo che i dati atletici su Theo e Giroud sono tutt'altro che allarmanti. Di qui la convinzione che, come sostiene Sacchi, il deficit del Milan al momento è più in testa che nelle gambe. Dopo aver riconosciuto che le critiche sono giuste perché «le mie aspettative sono molto alte», la sintesi della sfida è la seguente: nessuno può permettersi un passo falso.
Nella Lazio l'assenza di Immobile riapre a Felipe Anderson falso nueve con Milinkovic Savic all'inseguimento del primo gol ai rossoneri, nel Milan prende corpo il proposito di cambiare qualche pedina rispetto alla Supercoppa senza modificare il collaudato sistema di gioco. Il ritorno di Kalulu in difesa, il cambio tra Messias e Saelemaekers e il ballottaggio tra Diaz e un centrocampista (Vranckx-Pobega e Diaz) sulla ¾ con Rebic candidato a far rifiatare Giroud sono le mosse in cantiere.
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