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Sarri "graziato", Conte per non fallire

Lo stop ha salvato la panchina dello juventino. Al nerazzurro serve un trofeo

Sarri "graziato", Conte per non fallire

Si ricomincia. Tre partite in 6 giorni per il primo trofeo post-pandemia, la Coppa Italia che mai come stavolta ha avuto valore. Un trofeo, ma soprattutto un simbolo, il simbolo della rinascita da alzare mercoledì 17 nello stadio Olimpico di Roma, vuoto ma col presidente Mattarella, per coincidenza nel 50esimo anniversario di Italia-Germania 4-3.

Come sempre negli ultimi anni, dacché impera la formula ammazza sorprese (gara secca in casa della più forte fino ai quarti di finale), a giocarsi il penultimo atto ci sono 4 big del nostro calcio: venerdì Juventus-Milan, sabato Napoli-Inter. Si parte dai risultati dell'andata, entrambi favorevoli a chi adesso giocherà in casa, per quanto a porte chiuse conti il campo amico.

Dopo l'1-1 di San Siro, il Milan dovrebbe vincere allo Stadium: in 9 anni non c'è mai riuscito, anzi ha sempre perso, eccezion fatta guarda il caso - nella semifinale di ritorno di Coppa Italia 2012, quando finì 2-2. Allora in finale andò la Juventus, stavolta con analogo risultato toccherebbe al Milan.

Sarri contro Pioli: la pandemia ha salvato la panchina del primo, congelando foschi pensieri che cominciavano a popolare la mente di Andrea Agnelli, mentre ha prolungato l'agonia sportiva del secondo. Pioli ha il destino segnato e lo sa da molto prima che il calcio si fermasse, forse addirittura dal momento in cui ha cominciato la seconda infelice avventura milanese, terza scelta di Maldini e Boban. Eliminare la Juventus, conquistare la finale e poi magari anche la Coppa: sarebbe un bel modo per opporsi al copione già scritto da Gazidis. Senza Ibra (più Castillejo ed Hernandez) non sarà semplice: Sarri vuole fortissimamente la finale e poi la Coppa, per festeggiare a 61 anni compiuti la prima vera vittoria italiana. C'è soprattutto lui dietro al no della Juventus allo scambio di date chiesto dall'Inter: in questa fase, un giorno di riposo vale doppio. E, a proposito, ufficializzata l'assenza di supplementari in caso di parità. Subito i rigori. Non avrà Higuain, tra gli illustri iscritti al partito degl'infortunati da ripartenza accelerata, ma Dybala sì: una bella occasione per valutare le tossine lasciate dal covid. Più Ronaldo, scalpitante e ambizioso come sempre.

Aritmeticamente, l'impresa dell'Inter a Napoli è ancora più difficile: si parte dallo 0-1 di San Siro, quindi Conte può solo vincere, sennò lui e l'Inter sono fuori. Per farlo pare si affidi ad Eriksen, e sarebbe una sorpresa, visto come si erano lasciati a inizio marzo, ma anche il segnale che qualcosa nel frattempo è cambiato, almeno secondo il tecnico. Per Conte, che mai ha vinto la Coppa Italia da allenatore, il rischio è quello della terza eliminazione della stagione (corsa scudetto e Champions League le prime due): resterebbe solo l'Europa League per legare a un successo la stagione del debutto, come per lui già accaduto a Torino e Londra. Di fronte troverà la squadra più enigmatica di tutte, il Napoli, partita tra mille giustificate ambizioni, naufragate quasi subito con Ancelotti, e che Rino Gattuso poco alla volta e non senza fatica è riuscito a traghettare in zona Europa in campionato e alla meritata vittoria di Coppa a San Siro. Era il 12 febbraio. Quattro mesi fa. Tanti, troppi. Questa sarà tutta un'altra storia.

Un altro calcio.

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