È il Sassuolo l'inferno degli allenatori del Diavolo

Domenica l'incrocio a San Siro

È il Sassuolo l'inferno degli allenatori del Diavolo

Tutto cominciò in una sera fredda e buia di fine gennaio, a Reggio Emilia, 22 mesi fa. E da allora il Sassuolo, appena salito alla gloria della serie A, è diventato un incubo per il Milan e in particolare per l'inquilino della sua panchina. Il pirotecnico 4-3 di quel gennaio 2014 costò la panchina a Massimiliano Allegri: dopo un inizio brillante, 0 a 2 in pochi minuti, la nota banda del buco, guidata nell'occasione dal peggior Bonera, si lasciò superare 3 volte da Berardi, eroe della serata. Allegri venne esonerato dopo 4 anni non proprio sventurati (uno scudetto, un secondo posto macchiato dal gol di Muntari e dal mancato scambio Pato-Tevez, un terzo posto ottenuto con rincorsa strepitosa) e in sua sostituzione arrivò Clarence Seedorf con al seguito una striscia di pittoresche innovazioni. Giusto un anno dopo, il 6 gennaio scorso, con Inzaghi allenatore, fino a quello svincolo di stagione a 2 punti dal terzo posto, il Milan precipitò in casa dinanzi al Sassuolo (gol di Poli, quindi uno-due di Sansone e Zaza) e da quel giorno, a causa di una disastrosa gestione della vacanza natalizia, cominciò la sequenza di infortuni e per via di questi, la discesa negli inferi, partita dopo partita finendo fuori dall'Europa per la seconda stagione consecutiva.

Sinisa Mihajlovic tocchi ferro ma anche lui si ritrova nelle stesse pre-condizioni. Perché il suo Milan, irrobustito da un mercato dignitoso, invece di decollare ha preso a sbattere a destra e sinistra alla ricerca affannosa di una formula di gioco che non c'è e di un rilancio in classifica al momento improbabile. Perso in settimana anche il trofeo Berlusconi, i malumori presidenziali hanno cominciato a farsi sentire. Può darsi che Berlusconi si presenti oggi a Milanello per non far mancare il proprio incoraggiamento in vista della doppia sfida domestica con Sassuolo e Chievo (mercoledì sera) ma è evidente che se alla decima del campionato il lavoro del tecnico non dovesse dare i suoi frutti sperati, si aprirebbe una voragine sotto la sua panchina e una crisi tecnica in pieno stile. E qui l'unica soluzione interna possibile è quella scontata del «Cincinnato» di Milanello: Mauro Tassotti.

Mihajlovic, chiamato a rapporto dopo le 4 sberle subite dal Napoli, ha solo corretto lo schieramento in 4-3-3. Può bastare? Evidentemente no. Più che una parvenza di gioco servirebbero due successi, al cospetto di altrettanti rivali non irresistibili per sistemare la classifica e puntellare la panchina.

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