Il Mondiale di F1 sta per cominciare con il GP del Bahrain, sulla stessa pista di Sakhir dove la scorsa settimana si è tenuta l’ultima sessione di test precampionato.
Una tornata di prove collettive in cui lo spauracchio di questo inverno non sembra essere definitivamente risolto: il fenomeno del porpoising continua a essere un serio grattacapo per i piloti. Gli inglesi chiamano così quel fastidioso rimbalzo derivante da una accentuata instabilità aerodinamica, una delle tante conseguenze dell’effetto suolo che ha ispirato queste nuove monoposto.
Cos'è il porpoising?
Per cui se vi siete chiesti che cos'è quel "saltello" spuntato nei test di Barcellona, la risposta è che siamo di fronte a un fenomeno che arriva dal passato. Il porpoising, infatti, ci riporta dagli anni Ottanta della F1, quando correvano le macchine a effetto suolo.
Da cosa dipende? Poiché ora il maggior carico aerodinamico arriva dal fondo della vettura attraverso i canali venturi, la macchina, al raggiungimento di velocità elevate soprattutto sui rettilinei, riceve un risucchio verso il basso estremamente elevato. Questo fa sì che la macchina, una volta risucchiata verso il basso, porti il fondo a toccare l'asfalto. Nel momento in cui ciò avviene, stalla aerodinamicamente e il risucchio viene meno riportando la macchina su.
E una volta tornata su, la vettura viene risucchiata ancora e il fenomeno si ripete. Quello appena evidenziato è senza dubbio un problema grosso perché il regolamento tecnico di quest'anno ha vietato l'uso di un particolare della sospensione posteriore, l'inerter, che era un "quarto elemento"; ovvero un dispositivo meccanico che andava a bloccare lo smorzamento verso il basso della macchina e quindi evitava gli spanciamenti. Il regolamento attuale vieta questo particolare e i team, per ovviare al problema, devono usare delle sospensioni molto elevate che attutiscono il fenomeno sul rettilineo.
Drivers who still have porpoising problems this weekend pic.twitter.com/Wblu56GGrx
— chris | DEFEND UKRAINE (@mrtipoff) March 16, 2022
Cosa rischiano i piloti
Le prime avvisaglie si erano viste dopo i test, quando per esempio Esteban Ocon aveva rivelato dopo la sessione di guida:"La macchina saltellava molto, mi è venuto un gran mal di testa, ho dovuto prendere del paracetamolo". lntanto il dottor Dino Altmann, eletto presidente della commissione medica della Fia ha rivelato che "molti piloti hanno lamentato mal di testa a causa dei rimbalzi nelle prove in Bahrain".
E ricorda un precedente un po’ preoccupante quando"la gara Cart in Texas nel 2001 era stata sospesa perché i piloti si lamentavano di vertigini e disorientamento. I piloti con questi sintomi clinici devono dirlo subito e richiamare l’attenzione dei medici e devono analizzare cosa potrebbe accadere dopo una lunga gara".
Lo stesso dottor Riccardo Ceccarelli, a capo di Formula Medicine, lo aveva messo in conto, parlando con motorsport.com: "Lo avevo immaginato, il saltellamento è uno stress fisico non indifferente, e adesso sento che tanti piloti se ne lamentano. Mi ricordo quando un pilota che seguivo tempo va aveva grossi problemi perché guidava una macchina che sobbalzava moltissimo e finiva sempre le gare con un mal di testa lancinante".
Per ora è ancora presto per capire se il rimbalzo si trasformerà in un pericolo reale per i piloti,
però come dice il dottor Altmann,"le misure di prevenzione sono la chiave in F1". Di sicuro avere un giramento di testa quando si corre ad altissima velocità potrebbe essere un bel problema per i piloti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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