Scontro calcio-governo sulla ripresa

Lega e Figc chiedono allenamenti da subito. Malagò e Spadafora chiudono

Scontro calcio-governo sulla ripresa

C'è voglia di ricominciare, ma non bisogna farsi prendere dalla fretta. Un errore, infatti, potrebbe essere fatale. Per questo ogni singolo step va studiato attentamente. La Lega di Serie A e la Federcalcio vogliono garantire a tutti i giocatori (compresi quelli che in queste settimane hanno lasciato il Paese e che quindi prima di tornare ad allenarsi dovrebbero passare 14 giorni in quarantena) il tempo necessario per ritrovare la condizione migliore prima di far ripartire il campionato.

Al netto delle evidenti particolarità di questa stagione, la Serie A 2019-20 deve essere portata a termine mettendo tutte le squadre nelle stesse condizioni di (ri)partenza. Per questo Lega e Federcalcio spingono affinché i professionisti possano riprendere in fretta l'attività fisica. La ripresa, si intende, deve essere graduale: ci sarà prima un ricondizionamento atletico (individuale, ma nei centri sportivi) e solo in una seconda fase cominceranno gli allenamenti tecnico-tattici. La presa di posizione convince anche molti ministri, anche perché c'è la consapevolezza che nei giorni scorsi la Federazione Nazionale Medici Sportivi e la commissione medico scientifica della Figc hanno definito un protocollo per lo svolgimento in totale sicurezza e in ambiente protetto degli allenamenti dei calciatori che verrebbero anche sottoposti preventivamente a tamponi. Si seguirebbe quindi il modello tedesco, con la Bundesliga che, come riportato dalla Bild, dovrebbe ripartire l'8 maggio. Lega e Figc vorrebbero che già dal 14 aprile il governo consentisse il ricondizionamento individuale, con allenamenti tecnico-tattici. «Il calcio ha una sua specificità, l'intenzione è concludere i campionati», ha detto il presidente federale Gravina.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha però frenato: «Quasi tutte le federazioni stanno andando verso la chiusura o la cancellazione della stagione agonistica, qualcuna senza polemiche, altre con colpi di coda di qualche lega o club - ha spiegato - Il calcio invece vuole andare avanti. Ho la sensazione, anche qualcosa di più, che gli allenamenti non ricominceranno prima del 27 aprile». Anche il presidente della Fifa Gianni Infantino ha ribadito l'importanza di non affrettare i tempi: «Nessuna partita vale il rischio di una vita umana. Tutti dovrebbero tenerlo a mente. Quindi sarebbe da irresponsabili riavviare l'attività se la situazione non è sicura al 100%. Se bisognerà aspettare ancora un po', dobbiamo farlo». la ripresa delle sedute di allenamento non avvenga almeno fino al mese di maggio».

Frenata decisa anche dal ministro dello Sport Spadafora: «Vi prego di voler attivare le Federazioni affinché la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che saranno individuate». Segno evidente che la voglia di riprendere ci sarebbe pure. Ma c'è anche il timore di spingere troppo sull'acceleratore e di finire fuori pista alla prima curva. Un pericolo che proprio non si può correre.

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